Il progresso delle infrastrutture e le sfide per il futuro della connettività in Italia
Un’analisi di Infratel pubblicata nel 2024 ha fornito uno spaccato dettagliato sull’avanzamento dei piani di copertura degli operatori TIM, Vodafone, Fastweb, Iliad e WindTre, offrendo uno spunto per riflettere sullo stato attuale e sugli obiettivi futuri per la rete mobile del nostro Paese.

Nel contesto di una crescente domanda di connettività veloce e stabile, l'Italia sta vivendo una trasformazione digitale che passa attraverso l'espansione delle reti mobile 4G e 5G. Un’analisi pubblicata nel 2024 ha fornito uno spaccato dettagliato sull’avanzamento dei piani di copertura degli operatori TIM, Vodafone, Fastweb, Iliad e WindTre, offrendo uno spunto per riflettere sullo stato attuale e sugli obiettivi futuri per la rete mobile del nostro Paese.
Secondo la mappatura condotta da Infratel, il numero di stazioni radio base (SRB) dichiarate dagli operatori si avvicina a 76.323. Di queste, quasi 5.700 risultano prive di backhaul, ossia la connessione a una rete ad alta capacità che permette la trasmissione dei dati tra le stazioni radio e il resto della rete. Questo dettaglio evidenzia una delle principali sfide per gli operatori di telefonia mobile, che devono garantire non solo una copertura estesa, ma anche una qualità del servizio stabile e veloce.
Il piano di copertura nazionale, che si estende fino al 2026, si propone di portare la connettività mobile in quasi ogni angolo del Paese, migliorando la qualità dei servizi e accelerando la transizione verso il 5G. Tuttavia non mancano le sfide, tra cui la necessità di colmare il gap tecnologico nelle aree meno servite e il miglioramento delle infrastrutture per supportare la crescente richiesta di dati ad alta velocità. Di seguito vediamo i principali risultati della mappatura, le dichiarazioni degli operatori e le misure di vigilanza in atto per garantire l’attuazione dei piani e il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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I piani di copertura per il 2026: progressi e obiettivi
Uno degli obiettivi principali della mappatura è fornire una previsione di come evolverà la copertura mobile entro il 2026. I dati indicano che, al termine di questo periodo, il 98,6% dei "pixel" (unità di misura utilizzate per rappresentare l'area coperta dalle reti) sarà coperto dalla rete mobile. Questo segna un incremento dello 0,6% rispetto alle previsioni del 2021, un dato che testimonia il progresso continuo nella diffusione della connettività. Inoltre, i pixel con velocità di picco superiori a 30 Mbit/s sono destinati a raggiungere l'84% della popolazione, rispetto all'84,7% precedentemente previsto. Nonostante i progressi, restano alcune aree non coperte, principalmente in zone poco abitate.
Per quanto riguarda la copertura 5G, il 71,7% dei pixel sarà coperto dalla nuova tecnologia, un dato che riflette un importante miglioramento rispetto alla mappatura precedente. Tuttavia, una parte significativa di questa copertura sarà basata su una rete 5G "non stand-alone", ovvero che si appoggia ancora alla rete 4G esistente. Il 5G stand-alone, che permetterà l'adozione di architetture più avanzate come lo slicing (una tecnica che consente di dedicare porzioni specifiche della rete per diverse applicazioni), non è ancora stato pienamente implementato, ma alcuni operatori stanno pianificando di integrarlo nei prossimi anni.
I siti radiomobili e il backhaul: le sfide della rete
Un aspetto cruciale della mappatura riguarda la presenza o l'assenza di backhaul, la connessione ad alta capacità che collega le stazioni radio base alla rete centrale. Al 2026, circa 23.702 stazioni radio base non saranno raggiunte da collegamenti in fibra ottica e di queste, circa 18.000 saranno comunque in prossimità di altre stazioni dotate di backhaul. Tuttavia, più di 5.600 SRB risulteranno prive di connessione ad alta capacità e, in alcuni casi, non incluse nelle mappature precedenti.
Queste difficoltà legate al backhaul rappresentano una delle principali sfide per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di copertura e velocità. Gli operatori sono infatti chiamati a risolvere il problema delle connessioni insufficienti, sia a livello tecnico che logistico, per garantire una copertura capillare e performante, soprattutto nelle aree rurali e meno popolate.
Le dichiarazioni degli operatori: collaborazioni e coinvestimenti
Nel contesto dei piani di copertura, è importante notare le dichiarazioni degli operatori coinvolti nella mappatura. Fastweb ha confermato di fare affidamento sulla copertura mobile di TIM e WindTre, con una strategia di roaming per le tecnologie 4G e 5G. Questo approccio implica una collaborazione tra operatori per estendere la copertura senza la necessità di costruire nuove infrastrutture in tutte le aree. Allo stesso modo, Iliad e Wind hanno annunciato una joint venture chiamata Zefiro Net, destinata a gestire le infrastrutture in circa il 73% del territorio italiano.
Anche WindTre ha avviato nel 2023 una serie di interlocuzioni per integrare le infrastrutture realizzate nell'ambito del piano BUL (Banda Ultra Larga), con l'obiettivo di utilizzare le risorse già esistenti per migliorare la rete mobile. Questi accordi di coinvestimento e utilizzo condiviso delle infrastrutture sono cruciali per accelerare la copertura e ridurre i costi operativi, soprattutto in aree più remote.
La vigilanza e gli impegni degli operatori
Infine, uno degli aspetti fondamentali del piano di copertura è la vigilanza sugli impegni degli operatori. In linea con le Direttive europee, il Governo italiano ha richiesto agli operatori di fornire impegni chiari e documentati sui loro piani di investimento. In particolare, è stato chiesto di presentare piani dettagliati che includano gli investimenti previsti, le tempistiche di attuazione e le risorse necessarie. Questi impegni devono essere confermati da documenti ufficiali sottoscritti dai legali rappresentanti degli operatori.
In caso di inadempimento o di mancato aggiornamento periodico sui progressi, Infratel Italia potrà avviare l'esecuzione di interventi pubblici per garantire che la copertura sia estesa anche nelle aree non raggiunte dai piani privati. Questo meccanismo di controllo è fondamentale per assicurare che la transizione verso una rete mobile più moderna e performante non venga ostacolata da ritardi o disservizi.
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