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Smartworking: dalla connessione alle regole, come non farlo diventare un problema

La normativa sottolinea la flessibilità del lavoro da remoto, la volontarietà delle parti e l’utilizzo di strumentazioni adeguate. Per questo, occorre almeno organizzarsi con postazioni di lavoro e con una tecnologia efficiente: dal pc con uno schermo grande, ad una connessione veloce.

A cura di: Paola Campanelli
A cura di: Esperta di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
Dopo la laurea in Economia Aziendale e due Master in Copywriting e Comunicazione Digitale, si dedica ora alla scrittura di news specializzate per Segugio.it, oggi parte di Moltiply Group, con cui collabora dal 2014.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 18/03/2021
Smartworking: dalla connessione alle regole, come non farlo diventare un problema

Da soluzione di emergenza a modalità di lavoro che rischia di diventare normalità per una parte di lavoratori, lo smart working è una delle pratiche più utilizzate e dibattute di questo ultimo anno.

Letteralmente “lavoro intelligente”, per smart working si intende il lavoro svolto in parte o, come in questo caso di necessità, per intero da casa. Tuttavia, perché il lavoro da remoto possa essere definito intelligente, occorre che si rispettino precise regole definite innanzitutto da un contratto regolare, come anche da orari e modalità, fino ad arrivare alle condizioni in cui si svolge.

Cosa dice la legge

La definizione di lavoro agile è contenuta nella Legge n.81/2017 e regolamenta come una tipologia di lavoro caratterizzata dall’assenza di vincoli orari o spaziali, con un’organizzazione per obiettivi stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro. La normativa ne sottolinea la flessibilità, la volontarietà delle parti e l’utilizzo di strumentazioni adeguate che permettano di svolgere il lavoro da remoto.

Lo smart working deve garantire la parità di trattamento rispetto al lavoro svolto regolarmente in ufficio, con tanto di tutela secondo le modalità definite dall’INAIL.

Inoltre, non può essere mai imposto dal datore di lavoro, se non per motivi straordinari come sta accadendo durante questa emergenza sanitaria, ma generalmente deve essere volontario e concordato da entrambe le parti, con un accordo individuale scritto nel quale dovranno essere specificati:

  • gli strumenti utilizzati dal lavoratore;
  • i tempi di riposo;
  • le misure tecniche e organizzative necessarie per assicurare la disconnessione;
  • le forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro.

I rischi dello smart working

Per quanto a un’analisi iniziale il lavoro da remoto sia parso una soluzione ideale per molti lavoratori, in seguito, con il prolungarsi di questa condizione, sono emerse le prime criticità: quelle tecniche e tecnologiche, legate al ritardo digitale di molte aziende ancora non pronte a svolgere da remoto molte pratiche “cartacee”.

A questo riguardo, è utile ricordare i risultati di una ricerca resa pubblica da parte dell’Osservatorio del Policlinico di Milano sull’innovazione digitale nelle Pmi, secondo la quale solo 34 su 100 aziende sono pronte a digitalizzare il lavoro.

Esistono poi delle implicazioni importanti per la salute fisica e mentale dei lavoratori, perché dopo un anno di smart working si sono moltiplicate le patologie legate alle posture sbagliate e quelle psicologiche derivanti dall’essere costretti a sovrapporre vita privata e lavorativa.

Come lavorare meglio da casa

Al di là delle implicazioni di carattere psicologico, lavorare da casa richiede che ci si organizzi con postazioni di lavoro adeguate, ma anche di una tecnologia efficiente: dal pc con uno schermo grande, decisamente più “salutare” rispetto al portatile, a una connessione abbastanza veloce da ridurre sensibilmente stress e ore trascorse davanti ai device.

Per chi allora avesse una connessione lenta, è questo il momento per cambiarla e passare alla fibra qualora si trovasse in una località raggiunta da questo servizio, oppure alla migliore tecnologia contemplata da quella precisa zona.

Per verificare la copertura della rete, basta servirsi di uno strumento veloce e sicuro come quello fornito da Segugio.it, che chiarisce subito la velocità di navigazione possibile dalla propria postazione di casa. Da qui, sarà possibile individuare anche la migliore tariffa fibra o migliore tariffa adsl tra le più convenienti offerte dai principali operatori del mercato.

Ad esempio, se si fa una ricerca sulla città di Napoli il 18 marzo, si scopre che la soluzione in assoluta più economica è la fibra di Fastweb al costo di 25,95 euro al mese. Casa+ Mobile Ultrafibra è fibra ultraveloce per navigare fino a 1 Gigabit/s in download e per chi si abbona online offre attivazione e modem FASTGate inclusi nel prezzo. Per gli appassionati di serie B e del gaming, in omaggio 3 mesi di abbonamento a DAZN e 3 mesi di NOW TV, con gli show e le serie TV di Sky.

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Parole chiave

velocità connessione internet smart working connessione migliori tariffe fibra

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