Risparmio di denaro a lotta agli sprechi: ecco perché decolla l’usato online
Il Second Chance Impact Report, realizzato dal Cebr (Centre for Economics and Business Research) su commissione Amazon, fotografa un comparto che in Europa vale 21,6 miliardi di euro nel 2024 e promette di toccare i 23,6 miliardi già nell’anno in corso

Sicuramente incide il desiderio di risparmiare, ma un ruolo lo giocano anche i nuovi stili di vita, che stanno ridefinendo le abitudini d'acquisto, con una maggiore attenzione all'ambiente, la lotta agli sprechi e una maggiore consapevolezza al momento delle scelte. Così oggi acquistare il mercato della seconda mano assume così un ruolo di protagonista nell'evoluzione della società di consumo, abbracciando sia la dimensione ambientale, sia quella economica. Vale per i vestiti, così come per la telefonia e altri prodotti tecnologici.
Due europei su tre fanno acquisti di seconda meno su internet
Il Second Chance Impact Report, realizzato dal Cebr (Centre for Economics and Business Research) su commissione Amazon, fotografa un comparto che in Europa vale 21,6 miliardi di euro nel 2024 e promette di toccare i 23,6 miliardi già nell’anno in corso.
Gli acquisti dell'usato online
Due persone su tre del continente hanno acquistato almeno un prodotto usato online nell'ultimo anno, dando vita a centinaia di milioni di oggetti: abbigliamento, accessori, giochi, dispositivi tecnologici, piccoli elettrodomestici e articoli per la casa sono sempre più richiesti, soprattutto sulle piattaforme digitali che garantiscono affidabilità e vasta scelta.
Sulla sola piattaforma Amazon, le vendite di prodotti usati tra Europa e Regno Unito hanno superato i due miliardi di euro nel 2024, segnando la transizione del mercato da una nicchia a una realtà mainstream.
In Italia gli acquisti di usato online crescono in maniera lenta, ma costante
Nel nostro Paese il boom della seconda mano online vale 2,5 miliardi di euro nel 2024: il 63% dei nostri connazionali ha acquistato usato, ricondizionato o resi con confezione aperta, risparmiando complessivamente 3,2 miliardi di euro. Per l’anno in corso è atteso un ulteriore incremento, con il comparto che dovrebbe raggiungere i 2,6 miliardi di euro.
Il valore del secondo hand
Lo scorso anno il second hand online ha generato un valore aggiunto sull’economia italiana di 1,4 miliardi di euro. Tuttavia, rispetto ai principali mercati europei, il nostro Paese cresce a ritmi più lenti, complice la compressione dei redditi e una conoscenza non ancora diffusa delle opportunità offerte dalla seconda mano digitale. Tra il 2019 e il 2024, la crescita reale dei consumi si è fermata allo 0,4% (meglio della Germania, ma ben distante dalle performance di Francia e Spagna, salite oltre il 3%).
Accessibilità economica e affidabilità dell’offerta motori del mercato
Secondo l’analisi del Cebr, questa evoluzione è sorretta da due grandi fattori. Il primo è l’accessibilità economica: in tempi di alta vendita e salari stagnanti, la convenienza dei prodotti usati è fondamentale. Nell'elettronica, il 52% degli italiani preferirebbe un prodotto di seconda mano per risparmiare.
Quindi l’ampiezza e affidabilità dell'offerta: l'utente trova oggi un numero crescente di alternative, categorie merceologiche sempre più ampie e piattaforme digitali affidabili, che hanno migliorato la percezione complessiva della seconda mano, ormai non più considerata una seconda scelta.
Giovani e sostenibilità spingono la crescita del settore
A fare da motore al mercato ci sono soprattutto i giovani, da sempre abituati allo shopping online, ma oggi ancor più permeabili a tematiche di sostenibilità ed etica ambientale. La Gen Z sta rivoluzionando la moda e il consumo, preferendo il second-hand sia per un senso di responsabilità verso il pianeta sia per necessità economiche: la precarietà lavorativa e il peso di affitti o studi rafforzano la ricerca di occasioni vantaggiose e green.
Sono i social network e la scuola a veicolare storie virtuose di economia circolare; in molti settori, dalla moda al tech, l'usato non è più stigmatizzato, ma persino trendy tra i ragazzi. Secondo un'indagine di Google, il 37% delle persone tra i 18 ei 24 anni mette la sostenibilità tra i primi criteri di scelta per un nuovo acquisto, a fronte del dato medio nazionale del 31%. Inoltre, circa il 40% degli utenti di Depop, una delle app di riferimento per la compravendita tra privati, appartiene alla Gen Z.
Per altro, il contesto macroeconomico non è irrilevante: dopo i picchi del biennio pandemico e della crisi energetica, nel 2024 l'inflazione media annua si attesta intorno all'1% in Italia, dando un po' di sollievo rispetto agli aumenti a doppia cifra degli ultimi tempi. Tuttavia, la crescita dei salari resta modesta e la spinta al risparmio rimane elevata, tanto che molti italiani si sono avvicinati al second hand proprio per contenere le spese senza rinunciare alla qualità. Il risparmio generato dagli acquisti di usato negli ultimi cinque anni ha raggiunto la cifra record di 37,7 miliardi di euro nei maggiori Paesi europei, inclusa l'Italia.
Le previsioni indicano che il segmento continuerà a rafforzarsi anche nei prossimi anni, formato da una domanda sempre più consapevole e dalla pressione ambientale che richiede di allungare la vita dei prodotti e ridurre sprechi ed emissioni.
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