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Riscaldamento razionato: ecco come sarà l’inverno

Prepariamoci al salasso autunnale. Secondo stime dell'Anaci, l'Associazione degli Amministratori Condominiali, per tre-quarti degli italiani che vivono all'interno dei condomini le spese condominiali sono destinate ad aumentare, a causa dell'impennata delle bollette energetiche.

A cura di: Luigi Dell'Olio
A cura di: Esperto di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
Si laurea in Giurisprudenza e diventa in seguito giornalista professionista, specializzandosi in economia e finanza. Collabora con primarie testate italiane, tra cui “la Repubblica” e “Affari&Finanza”. È inoltre coordinatore del mensile “Private” e autore per Segugio.it.

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Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 09/09/2022
caloriferi
Riscaldamento razionato e impennata del gas

Per tre-quarti degli italiani le spese condominiali sono destinate ad aumentare. È la prospettiva dell’Anaci, che riunisce gli amministratori dei condomini e che in Italia associa 8 mila amministratori, ciascuno dei quali mediamente gestisce tra 50 a 100 condomini. I servizi condominiali sono destinati a costare di più in primis per l’impennata della bolletta di luce e gas, ma la spinta rialzista sta ormai contagiando anche altri ambiti, dando vita a un trend del quale non si riesce a scorgere la fine. Tant’è che l’Anaci definisce il problema dei rincari “strutturale”, segnalando che ci accompagnerà non solo per il prossimo anno.

Le soluzioni

Soluzioni per l’emergenza di breve termine non sembrano esserci, ma nel medio la transizione ecologica e quella digitale possono diventare un’occasione per voltare pagina e per offrire ai condomini servizi migliori. Tuttavia, sottolinea l’analisi, la governance degli stessi condomini non aiuta e talvolta per arrivare a una decisione assembleare servono mesi, se non addirittura anni.

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Riscaldamento razionato

Intanto dobbiamo prepararci a un inverno con il riscaldamento razionato, dato che lo stoccaggio di gas continua sì a crescere, ma non abbastanza per coprire il gap di forniture in arrivo dalla Russia. Al momento non sono state assunte decisioni, ma l’orientamento del legislatore è verso il ritardare l’avvio dei termosifoni, con la previsione temporanea di ridurre la temperatura. Data la necessità di programmazione non si potrà aspettare l’esito elettorale e l’insediamento del nuovo governo. Toccherà al Ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani emanare l’apposito decreto. Probabilmente la soglia massima di temperatura dovrà essere ridotta da 20 a 19 gradi sia negli uffici pubblici, che nelle abitazioni private.

Ma chi controlla? Quanto agli ambienti dello Stato e degli enti locali non dovrebbero esserci problemi, dato che si provvederà a impostare il nuovo limite, mentre per i privati sono annunciati controlli, anche se è difficile ipotizzare una vigilanza a tappeto. L’orientamento dell’esecutivo sembra essere quello di puntare sulla sensibilizzazione dei cittadini più che sulla minaccia di sanzioni.

Quanto ai condomini, il responsabile del monitoraggio del termostato (e quindi del ridotto consumo del prezioso gas) sarà l’amministratore, per cui spetterà a lui la responsabilità di fare rispettare le regole. Anche se non sono ancora chiari quali potranno essere i suoi profili di responsabilità.

La carta della diversificazione

Intanto, l’opera di ricerca di nuove fonti di approvvigionamento sta riducendo progressivamente la dipendenza dalla Russia. Per quanto riguarda il gas, si è già scesi dal 40% di tutte le importazioni di inizio 2020 all’attuale 18% e, secondo Cingolani, c’è spazio per scendere al 10% in tempi ragionevoli con l’entrata in funzione dei due rigassificatori di Piombino e Ravenna. Sempre che per i due impianti vengano sconfitte le resistenze locali.

Il governo ha messo a punto un piano di riduzione soft dei consumi che dovrebbe consentire risparmi tra 3 e 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno. Il range indicato è molto ampio dato che non esistono precedenti di interventi simili per cui occorrerà testare sul campo l’efficacia delle misure. Oltre a ridurre di almeno un grado la temperatura, dovremo tenere i termosifoni accesi per un’ora in meno ogni giorno, probabilmente di sera. Inoltre potremo accenderli una settimana più tardi del solito (nella maggior parte del Nord, come i territori di Milano, Torino, Bologna, Venezia si dovrebbe quindi slittare dal 15 al 22 ottobre) e lo spegneremo almeno una settimana prima.

C’è poi allo studio una misura ulteriore, da attivare in caso di emergenza. Negozi e locali pubblici potrebbero essere costretti a spegnere le insegne alle 18,30 e alle 23.

Per il resto non c’è che da sperare in un inverno mite.

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