Rinnovabili in Italia: la crescita continua, ecco i dati di agosto 2025
All’interno del comparto rinnovabile, il fotovoltaico rappresenta oggi il 36,8% della generazione da fonti alternative, seguito dall’idroelettrico e dall’eolico. I numeri raccontano un cambiamento strutturale, con il solare ormai consolidato come pilastro del sistema elettrico italiano.

Agosto 2025 ha segnato un punto di svolta per il sistema elettrico italiano. Secondo i dati diffusi da Terna, la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili ha raggiunto il 47,7% della domanda complessiva, toccando 11,8 TWh, il valore più alto mai registrato in un mese di agosto dal 2015. Un risultato che assume ancora più rilievo se si considera il calo generale della domanda elettrica, scesa a 24,7 TWh. In questo scenario, il fotovoltaico ha recitato un ruolo da protagonista, coprendo da solo il 20,6% dei consumi e mettendo a segno un balzo del 18,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Fotovoltaico ed eolico trainano la crescita
Oltre al solare, anche l’eolico ha contribuito in modo significativo, con un incremento straordinario del 63,1% rispetto ad agosto 2024. Una crescita che ha compensato, almeno in parte, il calo dell’idroelettrico, storicamente una delle fonti principali del mix energetico nazionale, ma penalizzato quest’anno da una ridotta disponibilità idrica.
Parallelamente, la produzione termoelettrica ha subìto un crollo del 20,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnale di una progressiva riduzione del peso delle fonti fossili nella generazione elettrica italiana. Nel complesso, le rinnovabili hanno coperto il 53,9% della produzione nazionale, un traguardo che evidenzia come il sistema stia evolvendo verso una maggiore sostenibilità
Il bilancio dei primi otto mesi del 2025
Allargando lo sguardo al periodo gennaio-agosto 2025, la domanda elettrica nazionale è calata dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, attestandosi su circa 3 TWh in meno. Le rinnovabili hanno generato complessivamente quasi 89 TWh, un dato leggermente inferiore a quello dello scorso anno (-2,4 TWh), ma sufficiente a coprire il 42,9% della richiesta nazionale e il 49,9% della produzione elettrica.
Il saldo con l’estero mostra un calo delle importazioni: 35 TWh, pari al 9,3% in meno rispetto al 2024. Questo evidenzia un sistema elettrico più equilibrato, meno dipendente dall’energia proveniente da altri Paesi
Il ruolo delle diverse fonti
Analizzando le singole fonti, emergono differenze marcate. L’idroelettrico ha perso terreno, producendo quasi 8 TWh in meno rispetto al 2024 (-21%). A sostenere il sistema sono stati soprattutto il fotovoltaico, cresciuto del 21,5% (+5,8 TWh), e in misura minore l’eolico, che ha registrato una leggera flessione (-1,9%).
Le fonti geotermiche e le bioenergie hanno mantenuto livelli sostanzialmente stabili, con variazioni minime. Se guardiamo alle percentuali sul fabbisogno elettrico nazionale, il fotovoltaico ha coperto il 15,8%, l’idroelettrico il 13,7% e l’eolico il 7%. Da sole, le fonti solare ed eolica hanno prodotto 47,2 TWh, il massimo di sempre per i primi otto mesi dell’anno. Dal 2014 a oggi, la crescita cumulata di queste due tecnologie è stata di oltre 20 TWh, di cui circa 16 attribuibili al fotovoltaico
Le rinnovabili nel mix italiano
All’interno del comparto rinnovabile, il fotovoltaico rappresenta oggi il 36,8% della generazione da fonti alternative, seguito dall’idroelettrico con un terzo esatto del totale e dall’eolico, che insieme al solare arriva al 53% della produzione verde.
Questi numeri raccontano un cambiamento strutturale, con il solare ormai consolidato come pilastro del sistema elettrico italiano e l’eolico sempre più importante nei momenti di alta produzione.
Un trend in consolidamento
I dati Terna confermano che la transizione energetica in Italia non è più solo un obiettivo sulla carta, ma una realtà in consolidamento. Nonostante le difficoltà legate alla siccità che ha colpito l’idroelettrico, il contributo crescente di fotovoltaico ed eolico ha permesso di mantenere elevata la quota delle rinnovabili.
La riduzione delle importazioni e il calo della produzione termoelettrica sono segnali che vanno nella stessa direzione: un sistema energetico più pulito, più resiliente e meno dipendente dalle fonti fossili e dall’estero.
Guardando al futuro, la sfida sarà mantenere e rafforzare questo trend, favorendo gli investimenti in nuove installazioni e in tecnologie di accumulo, indispensabili per stabilizzare la rete e sfruttare al meglio la produzione intermittente di sole e vento.
Se il ritmo di crescita resterà questo, l’Italia potrà accelerare il percorso verso gli obiettivi europei di decarbonizzazione, trasformando il boom delle rinnovabili in un vantaggio competitivo per l’intero Paese.
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