Ricavi record per Terna: è merito delle bollette degli italiani?
Terna gestisce le reti elettriche in Italia. Negli ultimi mesi, la società ha registrato una crescita notevole, per via dell'avvio di nuove attività finanziate con le bollette degli utenti. Una dinamica che, secondo alcuni esponenti politici, sarebbe "ripugnante".

Terna amministra le reti di trasmissione dell’energia elettrica in Italia, per oltre 75mila km di infrastrutture coinvolte. Negli ultimi tempi, la società ha registrato un forte aumento dei ricavi, fatto che secondo alcuni esponenti politici di primo piano dovrebbe essere messo al centro del dibattito pubblico. Vediamo il dettaglio.
Ricavi in aumento del 9% per Terna: a cosa è dovuto
Tra il 2024 e il 2025, Terna ha registrato un aumento dei ricavi dell’8,9%. A essere responsabili di questo vero e proprio boom sono le attività storiche della società, ovvero quelle legate alla gestione della rete elettrica, remunerate con le tariffe fissate dall’Autorità per l’energia, ovvero ARERA.
La crescita sarebbe il frutto dell’aumento del valore degli elettrodotti e delle infrastrutture sui quali viene calcolata la retribuzione. Il valore è salito grazie all’entrata in funzione di nuove strutture finanziate – questo è il punto centrale della vicenda – dalle nostre bollette. Si tratta, in particolare, della voce legata al trasporto e gestione dei contatori, facilmente riscontrabile in ogni fattura della luce e fissata per legge da ARERA (perciò non dai singoli operatori). Perché accade tutto ciò?
Una grande azienda in un monopolio naturale
Terna riesce a trasformare in profitti quasi la metà di quello che incassa, al netto di ammortamenti, svalutazioni e imposte. Si tratta perciò di un business particolarmente redditizio, che però non è paragonabile a quello di altre aziende del mercato energetico. Terna infatti opera in una sorta di monopolio naturale, essendo l'unico gestore della rete ad alta tensione. Le sue entrate non derivano da offerte con prezzi fissati autonomamente, ma dalle tariffe imposte da ARERA – cioè da un’Autorità pubblica.
Il quadro si complica ulteriormente quando si entra nella struttura di Terna, che è una società per azioni, quotata all’indice FTSE MIB. Una parte rilevante è di tipo statale, con CDP Reti, controllata da Cassa Depositi e Prestiti. Poi ci sono i grandi azionisti come BlackRock, colosso del risparmio gestito che si affianca ad altri nomi noti come Norges Bank e Goldman Sachs.
Le reazioni della politica
Insomma, lo schema in sostanza è questo: una parte dei profitti ottenuti dalle reti, il cui costo è incluso nelle bollette, viene destinata allo Stato tramite CDP Reti; un’altra quota va ai grandi investitori internazionali, mentre una parte minore spetta ai piccoli azionisti italiani. In tutto ciò, è importante sottolineare che il controllo dell’infrastruttura rimane pubblico, ma le attività economiche collegate sono gestite secondo logiche di mercato.
Nulla di nuovo, ma i recenti risultati comunicati da Terna hanno fatto sbottare più di un esponente politico. Uno di quelli che si è esposto di più è Carlo Calenda, segretario di Azione, che ha commentato: “Una roba ripugnante. Questi numeri assurdi esagerati sono fatti addebitando oneri in bolletta agli italiani con la compiacenza dell’autorità e senza alcun rischio d’impresa. E li sbandierano anche”.
Gli utenti hanno voce in capitolo?
Su queste faccende, gli utenti finali hanno ben poca voce in capitolo. Come detto in precedenza, le voci in bolletta relative ai ricavi ottenuti da Terna vengono gestite da ARERA, e non dai singoli operatori. Questi ultimi, però, possono incidere in maniera determinante sul costo della materia prima luce e gas. Per tale motivo, è sempre utile scandagliare il mercato alla ricerca di tariffe che possono far risparmiare, perché seguono le proprie abitudini di consumo. Sfoglia le migliori offerte luce e gas delle aziende partner di Segugio.it per farti un'idea più precisa.
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