Rete unica in Italia: disco verde all’accordo Cdp-Tim
Approvata la creazione di FiberCop dopo il via libera al Memorandum of Understanding da parte del Cda di Tim con Cdp. La rete unica nascerà entro il primo trimestre del 2021. Kkr acquisisce il 37,5 per cento della società.

Un’unica rete a banda larga per consentire a tutti gli italiani di navigare in internet nel modo più veloce e omogeneo possibile. Parte il conto alla rovescia per l’arrivo della fibra in tutte le case del BelPaese. Il progetto, realizzato da Cassa depositi e prestiti, Tim e Governo, sta ormai prendendo sempre più forma. Nei giorni scorsi è arrivato, infatti, il via libera dell’Esecutivo all’accordo Cdp-Tim finalizzato alla nascita di una società in grado di gestire la rete unica a banda larga.
Il semaforo verde da parte del Governo segue l’ufficializzazione dell’intesa tra Tim e Tiscali su FiberCop. Pochi giorni fa l’accordo di coinvestimento tra le due compagnie. “Il progetto - hanno spiegato Tim e Tiscali attraverso una nota congiunta – consiste, in un primo momento, nel razionalizzare la rete di Tiscali creando le condizioni per agevolare la migrazione dei propri clienti sulla rete ultrabroadband di FiberCop”. Con questi interventi Tiscali avrà l’opportunità di “ridurre in modo consistente i costi di infrastruttura di rete, evitando duplicazioni”.
La realizzazione di una rete unica nazionale è finalizzata ad assicurare le stesse prestazioni in tutto il Paese, senza alcuna differenza tra Nord e Sud. Il Consiglio di amministrazione di Tim, insieme a Cdp, ha dato il via libera al memorandum of Understanding che fissa i principi di base e le linee che serviranno a realizzare la rete unica. Approvata anche la creazione di FiberCop, che poi si trasformerà nella AccessCo, ossia nella società della rete unica.
La rete unica nascerà non oltre il primo trimestre del prossimo anno. La NewCo sarà caratterizzata dalla rete secondaria di Tim e dalla rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da Tim (80%) e Fastweb (20%). “Il Consiglio – fa sapere Tim in una nota – ha altresì espresso soddisfazione per la recente firma di un protocollo d'intesa con Tiscali ed esaminato e approvato la lettera d'intenti con Cdp Equity finalizzata ad integrare FiberCop nel più ampio progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale”.
La nuova società
"L'accordo con KKR Infrastructure e Fastweb – spiega Tim – è il primo passo per la realizzazione di una società della rete digitale italiana in fibra, che rappresenta un punto di svolta per le telecomunicazioni del Paese". Con FiberCop Tim, Fastweb e gli altri operatori potranno co-investire e portare a termine i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese. Si darà un’accelerata anche all'adozione dei servizi Ultra-Broadband (UBB).
La nuova società - di cui Tim possiederà il 58%, KKR Infrastructure il 37,5% e Fastweb il 4,5% – assicurerà servizi di accesso passivi della rete secondaria in rame e fibra a tutti gli operatori del mercato.
Lo scontro con i sindacati
A non digerire la nascita di una rete ‘pubblica’ sul modello Open Fiber sono state le organizzazioni sindacali dei lavoratori impiegati nel settore Tlc. Nei giorni scorsi è stata infatti inviata una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Una società della Rete ‘pubblica’ specializzata nel solo wholesale finirebbe per trasformarsi in una grande società di manutenzione che difficilmente potrebbe svolgere quel ruolo di continua innovazione di un settore dove non è sufficiente stendere un cavo”.
“Occorre – incalzano i sindacati - un soggetto forte, capace di sostenere ingenti e costanti investimenti nello sviluppo della rete, non solo come cavo di connessione ma come sistema intelligente ed evoluto. Questo compito lo può assolvere Tim, certamente una Tim con un diverso assetto societario rispetto ad oggi, che dia vita a una nuova impresa che inglobi le reti esistenti a partire dalla convergenza di quella di Tim e Open Fiber che pure ha avuto in questi anni un ruolo importante, ma che difficilmente può candidarsi a fare da incubatore ad un soggetto industriale importante che vada oltre la sola vendita di connettività ad altri soggetti”.
Le sigle sindacali si dicono, dunque, contrarie a società wholesale only, ma a favore di una newco delle reti a maggioranza Tim. Viene inoltre chiesto ad Agcom e Antitrust “il compito di garantire piena parità di accesso alla rete ed un regime di vera concorrenza”. “Questa soluzione – si legge nella missiva indirizzata al premier – non riporterebbe indietro le lancette della storia, ma permetterebbe di non gettare alle ortiche un patrimonio che, occorre sempre ricordarlo, è pur sempre stato costruito negli anni con soldi ed intelligenze pubbliche”.