Mercato libero: cosa fare per cambiare venditore?
I clienti che decidono di cambiare fornitore non devono affrontare spese. In alcuni casi bisognerà far fronte a dei costi legati alla stipula del nuovo contratto. Non sono previsti né l’interruzione del servizio, né interventi tecnici sul contatore e sugli impianti.
Si va sempre più verso la fine del mercato tutelato. Il passaggio sta avvenendo gradualmente e con date già stabilite. Si arriverà fino al 2023 e poi tali servizi non saranno più disponibili.
Sinora, la tutela di prezzo è già terminata lo scorso gennaio sia per le piccole imprese che per le microimprese con potenza impegnata maggiore a 15 kW. Tra queste, quelle che non hanno ancora scelto la fornitura nel mercato libero sono state intanto assegnate al Servizio a Tutele Graduali. Tale servizio non prevede l’interruzione della fornitura: i clienti così hanno l’opportunità di guardarsi intorno e di confrontare le tariffe presenti sul mercato senza subire l’interruzione nell’erogazione del servizio. In qualsiasi momento tali piccole imprese e microimprese possono passare al mercato libero senza far fronte ad oneri aggiuntivi.
Per le famiglie e le altre microimprese, invece, la data cerchiata in rosso sul calendario è quella del primo gennaio 2023. Tutti hanno comunque già la possibilità di passare in qualsiasi momento al mercato libero, lasciando il servizio di fornitura con condizioni economiche e contrattuali fissate dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera).
Già a partire dal 2018 i clienti finali che si trovano nel mercato tutelato per la fornitura di elettricità ricevono varie comunicazioni in bolletta relative alla fine della tutela di prezzo.
Cos’è e come funziona il mercato libero?
Gli italiani, come tutti coloro che vivono in Unione Europea, possono decidere senza impedimenti a quale venditore rivolgersi per la fornitura di energia elettrica e gas naturale. I consumatori valutano così le condizioni contrattuali che più fanno al caso loro prima di effettuare la scelta.
Con il mercato libero, infatti, i clienti decidono a quale venditore affidarsi e se cambiarlo per ottenere offerte più vantaggiose. Può capitare, infatti, di ritrovarsi dinanzi a una tariffa più conveniente e di decidere di cambiare offerta. In questo caso per cambiare venditore sarà necessario sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura. Viene così rescisso il vecchio contratto ed effettuato lo switching da parte del venditore entrante.
Il passaggio dal vecchio al nuovo fornitore può richiedere un periodo compreso tra uno e due mesi. Solitamente queste procedure avvengono il primo giorno di ogni mese se l’operazione di switching viene attivata dal nuovo venditore entro il giorno 10 del mese precedente. In caso contrario bisognerà aspettare il primo del mese successivo.
Quanto costa cambiare venditore di luce o gas?
Cambiare venditore non prevede spese per i clienti. Da affrontare ci sono solo alcuni costi legati alla stipula del nuovo contratto, come ad esempio l’imposta di bollo o magari quelli per un deposito cauzionale. Il passaggio da un vecchio a un nuovo venditore non comporta nessuna interruzione del servizio. Non sono previsti interventi tecnici sul contatore e sugli impianti, né si corre il rischio di pagare gli stessi consumi per due volte.
I consumi precedenti al cambio verranno inseriti naturalmente nella bolletta di chiusura emessa dal venditore uscente, mentre quelli registrati dopo il cambio verranno conteggiati sulla fattura che verrà emessa dal venditore entrante.
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L’Arera ha istituto lo Sportello per il consumatore per dare la massima assistenza ai clienti e agli utenti finali e fornire loro tutte le informazioni necessarie sul passaggio al mercato libero. I destinatari dello sportello sono sia i consumatori domestici che non domestici.