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Luce e gas: bollette più care per le Pmi

Le piccole e medie imprese italiane pagano le forniture di energia elettrica quasi il doppio rispetto alle grandi imprese e quelle di gas il 178 per cento in più. Lo stima la CGIA, secondo cui solo tra le bollette più care in Europa. La riforma degli energivori del 2018 ha ampliato la differenza.

Pubblicato il 14/09/2021
persona che consulta bolletta elettronica sul tablet
Le bollette di luce e gas delle Pmi italiane

Il principale motore dell’economia italiana è rappresentato dalle piccole e medie imprese ma, a differenza di quello che avviene negli altri Paesi, il nostro non riconosce alcuna corsia privilegiata, soprattutto per quanto riguarda le tariffe di luce e gas.

È quanto emerge da uno studio della CGIA di Mestre, il cui esito – nel confronto con le grandi industrie – è decisamente sfavorevole. In altre parole, le piccole imprese pagano l’energia il doppio e il gas il 178% in più delle grandi industrie. Senza contare che, in Italia, ci sono le tariffe più care di tutta l’Unione europea.

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I numeri del caro-bolletta

Per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica, le piccole aziende pagano mediamente 151,4 euro ogni 1.000 kWh consumati (Iva esclusa) contro i 77 euro delle grandi, quasi il doppio dunque (il 96,6%).

Nella bolletta del gas il divario è ancor più pesante. A fronte di un costo medio per le piccole imprese di 59 euro ogni 1.000 kWh (Iva esclusa), alle grandi aziende viene applicata una tariffa media di 21,2 euro: le prime pagano addirittura il 178% in più.

Secondo la ricerca, in nessun altro paese dell’Eurozona c’è uno scarto delle tariffe energetiche così ampio tra queste due classi dimensionali. E il peso di tale disallineamento sul sistema produttivo nazionale risulta evidente se si considera che il 99,5% circa delle aziende è di piccola dimensione (meno di 50 addetti) e dà lavoro, al netto del pubblico impiego, al 65% degli italiani.

La riforma degli energivori ha ampliato la differenza

Il grande differenziale che c’è nelle tariffe dell’energia elettrica tre le piccole e le grandi imprese italiane è storico. Ad ampliarlo ulteriormente ha contribuito, dal primo gennaio del 2018, l’entrata in vigore della riforma degli energivori. Questa norma, che prevede un costo agevolato dell’energia elettrica per le grandi industrie, ha sostanzialmente azzerato a queste ultime la voce ‘Oneri e Imposte’, ridistribuendola a carico delle altre categorie di imprese escluse dalle agevolazioni. In relazione al gas, il divario deriva dal fatto che tutte le grandi imprese ricevono dai fornitori offerte personalizzate con un prezzo stabilito su misura e in base delle proprie necessità. Pertanto, in sede di trattativa, il peso dei consumi è determinante per ‘strappare’ al fornitore un prezzo molto vantaggioso. Possibilità che, sottolineano in CGIA, alle piccole imprese è preclusa.

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I costi fissi decisi dall’Arera

Le società insoddisfatte delle attuali tariffe che pagano ai loro fornitori di luce e gas possono eventualmente confrontarle le offerte che trovano su Segugio.it, effettuare gratuitamente un preventivo luce personalizzato e scegliere la più conveniente. Da rilevare, comunque, che nel mercato libero le offerte di prezzo possono interessare solo la componente energia, mentre le altre voci di spesa - come le spese di trasporto, gli oneri di sistema, la gestione del contatore - sono stabilite periodicamente dall’Arera, l'Autorità per l’Energia e sono uguali per tutti i fornitori.

Le bollette per le Pmi italiane tra le più care in Europa

I costi energetici affrontati dalle piccole imprese italiane sono tra i più alti in Europa. È quanto ha appurato la CGIA, secondo cui solo in Germania la bolletta della luce è superiore alla nostra del 16,7%. Rispetto alla media Ue, invece, le Pmi nostrane pagano il 12,1% in più. Per quanto riguarda il costo del gas, nell’Eurozona le Pmi italiane sono al terzo posto (dopo Finlandia e Portogallo) per la tariffa più elevata: registrano uno spread di prezzo rispetto alla media del +15,5%. Insieme all’andamento del costo della materia prima, la componente fiscale è l’altra voce che contribuisce in maniera determinante ad alzare le tariffe. Per la bolletta elettrica, ad esempio, in Italia il 50% del costo totale riflette tasse e oneri (contro una media dell’Eurozona del 48%). Per il gas, se In Italia l’incidenza della tassazione sul costo totale a carico delle piccole aziende è del 36 per cento, nell’Eurozona si attesta invece attorno al 34 per cento.

A cura di: Fernando Mancini

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Parole chiave

arera bollette

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