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La fine del mercato di maggior tutela slitta a inizio gennaio 2022

A cura di: Francesco Ursino
A cura di: Esperto di mercati energetici e telefonia
Laureato in Economia Aziendale e Marketing, scrive contenuti per il web, contribuendo alla crescita di aziende e realtà editoriali di tutta Italia. Collabora con Segugio.it dal 2019.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 42 minuti
Pubblicato il 16/12/2019
La fine del mercato di maggior tutela slitta a inizio gennaio 2022

Il regime del mercato di maggior tutela relativo al settore luce e gas continuerà a essere in vigore per molto più tempo del previsto. Il passaggio al mercato libero, previsto inizialmente per il 1° luglio 2020, slitta invece al 1° gennaio 2022. Un rinvio di lunga portata dovuto a uno degli emendamenti alla manovra 2020 approvata dal governo.

Il correttivo è stato presentato dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Elisa Pirro, ed è stato approvato dalla commissione Affari istituzionali del Senato. Vale la pena sottolineare che anche l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (ARERA), nelle settimane scorse, aveva evidenziato l’esigenza di prevedere un’uscita dal mercato tutelato più graduale di quella inizialmente prevista.

Le conseguenze del rinvio

Il rinvio del passaggio dal mercato a maggior tutela a quello libero porta con sé alcune conseguenze di natura pratica. Il Mise (Ministero dello sviluppo economico), ad esempio, assume ora l’obbligo di assicurare ai clienti finali un ingresso più consapevole. Nel concreto, ciò significa che il Ministero, previo parere delle commissioni parlamentari e della stessa ARERA, dovrà rendere chiari i dettagli del passaggio attraverso un decreto che dovrà essere emesso entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Mise avrà il compito di fissare le modalità dell’ingresso consapevole dei clienti finali, tutelando nel contempo concorrenza, pluralità dei fornitori e varietà di offerte.

L'istituzione dell’albo dei venditori

Il Mise, allo stesso tempo, è chiamato a istituire l’albo dei venditori. Si tratta di un elenco che include le aziende che esercitano la vendita nei mercati del gas e dell’elettricità. Anche in questo caso, il Ministero dovrà indicare criteri e modalità di inclusione, oltre che i requisiti finanziari, tecnici e di onorabilità delle varie imprese. In questo modo, sarà possibile identificare appieno i soggetti operanti nel mercato libero dell’energia e del gas.

L’istituzione dell’albo dei venditori comporta anche l’introduzione di criteri che prevedono la possibile esclusione dall’albo. Nel caso un’impresa risulti inadatta a svolgere l’attività, e non ponga rimedi in tempi ragionevoli, scatterà un’istruttoria da parte del Mise. La verifica avrà l’obiettivo di valutare la gestione complessiva dell’operatore, nonché la possibilità di escluderlo definitivamente o reinserirlo nell’albo dei venditori.

La situazione attuale

Alla luce di questi sviluppi, rimane la distinzione tra mercato libero e mercato a maggior tutela. Quest’ultimo coinvolge ancora circa 17,3 milioni di famiglie, corrispondenti al 59% dei clienti finali. Per il momento, dunque, nulla cambia: le nuove norme istituite, però, dovrebbero favorire una maggiore consapevolezza, nonché una trasparenza informativa superiore. Ciò potrebbe portare più utenti a scegliere il mercato libero prima della scadenza naturale del mercato a maggior tutela.

È giusto ricordare inoltre che al momento della fine del mercato a maggior tutela, previsto ora per il gennaio 2022, chi non ha scelto un operatore del mercato libero non rimarrà comunque sprovvisto della fornitura di luce e gas. ARERA, infatti, assicura che la continuità della fornitura di energia o materia gassosa sarà garantita anche nel caso in cui si passi al mercato libero e non si sia scelto un operatore.

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Parole chiave

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