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Il mercato libero sorpassa il servizio di maggiore tutela

Negli ultimi tempi si opta per il mercato libero per accedere ad offerte più vantaggiose. A lasciare il servizio di tutela sono maggiormente le famiglie caratterizzate da consumi elevati. Man mano, però, anche chi ha consumi più contenuti sta guardando al mercato libero.

A cura di: Tiziana Casciaro
A cura di: Esperta di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
È una giornalista che si occupa prevalentemente di attualità, finanza e risparmio: collabora con Segugio.it, trattando di prestiti, mutui, mercati energetici e telefonia.

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Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 26/07/2021
Primo piano di una lampadina su una grande calcolatrice
Il mercato libero sorpassa il mercato tutelato

La pandemia, causata dalla diffusione del Covid-19, ha avuto il suo impatto anche sui consumi di energia elettrica. Lo scorso anno, infatti, i consumi sono calati del 6%. A rivelarlo è Arera nella relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta nel corso del 2020.

La diminuzione dei consumi è stata evidente soprattutto nel settore non domestico, dal momento che molte attività sia industriali che soprattutto del settore terziario si sono dovute fermare per le restrizioni imposte dal Governo per far fronte all’ondata dei contagi. In crescita, invece, sono stati i consumi del settore domestico: milioni di italiani, in particolare durante il periodo del lockdown nazionale, sono stati costretti a stare in casa, lavorando e studiando da remoto. Ciò ha comportato in automatico un aumento dei consumi di energia elettrica.

Secondo lo studio pubblicato da Arera, le famiglie italiane hanno comprato in totale 59,8 TWh contro i 58 TWh del 2019. L’aumento è stato del 3,1%, mentre l’energia acquisita dal settore non domestico si è ridotta dell’8,6%.

Ad avere la meglio in questo periodo è stato senza alcun dubbio il mercato libero. Lo scorso anno il numero di clienti domestici ammontava a 29,8 milioni: di questi, 13,6 risultavano serviti dalla maggior tutela e 16,2 nel mercato libero. Ed è proprio in questo momento che il mercato libero ha sorpassato il servizio di maggiore tutela. Nel mercato di tutela i prezzi vengono stabiliti dall’Autorità pubblica per l’energia (Arera), mentre nel mercato libero sono i privati a proporre sul mercato offerte di ogni tipo. I dati rivelano che i punti domestici serviti nel mercato libero sono andati ad aumentare: si è passati dal 49,3% del 2019 al 54,3% nel 2020.

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I consumi nel mercato tutelato e libero

La relazione dell’Arera evidenzia anche come il consumo medio unitario delle famiglie nel mercato tutelato sia più basso rispetto a coloro che invece optano per il mercato libero per l’acquisto di energia. Parliamo di 1.886 kWh/anno contro 2.109 kWh/anno.

Nella maggior parte dei casi si opta per il mercato libero per accedere ad offerte più vantaggiose. A farlo sono, infatti, soprattutto le famiglie con consumi elevati. Man mano, però, anche chi ha consumi più contenuti sta guardando al mercato libero. La data di scadenza, infatti, è stata ormai fissata ed è quella di gennaio 2023. Tra circa due anni per le famiglie e per tutte le microimprese si concluderà il servizio di tutela.

Nel corso dello scorso anno i consumatori sono aumentati, arrivando a quota 37,1 milioni. Si sono aggiunte altre 147mila unità. Sono 1,7 milioni i punti persi dal mercato di maggior tutela; mentre sono aumentati di 1,8 milioni, rispetto al 2019, i clienti del mercato libero. L’Arera, nella sua relazione annuale, accende i riflettori anche sul profilo della tensione: nel 2020 più della metà dell’energia è stata venduta a clienti allacciati in bassa tensione (52%); il 38% a clienti in media tensione e il 20% a clienti in alta o altissima tensione.

In particolare, nel corso del 2020, i clienti allacciati in bassa tensione hanno acquistato il 29% dell’energia nel mercato di maggior tutela, l’1% ha effettuato l’acquisto mediante il servizio di salvaguardia e il 71% nel mercato libero. I clienti non domestici connessi in bassa tensione hanno acquisito, invece, il 15% dell’energia nel mercato di maggior tutela, il 2% in salvaguardia e l’83% nel mercato libero. Quasi tutta l’energia sia in altissima che alta tensione viene comprata sul mercato libero (99,2%). È lo stesso mercato a rifornire il 98,1% dell’elettricità dei clienti in media tensione.

La Lombardia in cima alla classifica per consumi

La pandemia non ha causato cambiamenti rilevati sul fronte della distribuzione dei consumi da un punto di vista geografico. È la Lombardia, infatti, a trovarsi al primo posto per i consumi più alti. Parliamo del doppio rispetto al Veneto che si piazza in seconda posizione. A seguire ci sono l’Emilia-Romagna, il Piemonte e il Lazio.

Ad acquistare dal mercato libero sono maggiormente le regioni centro-settentrionali, mentre in buona parte parte delle regioni meridionali si opta per la maggior tutela e la salvaguardia. Le regioni in cui si fa più riferimento al mercato libero sono Valle d’Aosta, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lombardia. Discorso opposto per la Calabria, che è la regione italiana con la più bassa percentuale di apertura del mercato.

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mercato libero energia mercato tutelato arera

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