Gas, ecco cosa potrà accadere nei prossimi mesi
Cosa accadrà al prezzo del gas nel corso dei prossimi mesi? Dopo il boom estivo, che ha portato il livello ai massimi storici e il calo delle ultime settimane, ci sono ancora tanti fattori che rischiano di far rialzare i prezzi. Ecco le variabili in gioco.

La boccata d’ossigeno delle ultime settimane, con i prezzi scesi poco sopra i 40 euro, non dovrebbero far abbassare la guardia, se si ricorda cosa è accaduto la scorsa estate, con i prezzi quadruplicati nel giro di due mesi fino a superare i 320 euro. Ecco perché è importante monitorare la situazione, in modo da cercare di capire cosa potrà accadere nel medio termine.
Passi in avanti sulla diversificazione
A questo proposito, Intesa Sanpaolo ha da poco pubblicato uno studio che analizza l’evoluzione dei prezzi nel tempo ricordando che, se è vero che siamo lontani dai picchi dell’estate 2022, è pur vero che i prezzi attuali sono due volte e mezzo più alti rispetto alla media 2015-2019.
L’inverno mite, la capacità dei Paesi europei nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il price cap fissato per le forniture dalla Russia hanno dimostrato di funzionare, ma non sono certezza di una situazione sotto controllo anche per il prossimo inverno. Anche se vi sono evoluzioni strutturali che fanno ben sperare come l’aumento della produzione di energia nucleare in Francia, ora esportatrice netta di energia.
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I fattori di rischio
“In condizioni medie o favorevoli, l'Europa potrebbe iniziare il prossimo inverno con stoccaggi pieni al 100%”, sottolinea il report. Che poi segnala i rischi, dalle condizioni meteorologiche all’incertezza sulla generazione da nucleare e rinnovabile, da una possibile crisi nella generazione idroelettrica per la siccità in Italia e Francia all’incertezza sui flussi da gasdotti (soprattutto dalla Russia), sui flussi di gnl, fino alla possibile concorrenza dall’Asia sul versante della domanda.
Un altro fattore di rischio potrebbe essere legato a un’eventuale ripresa dell’economia, e quindi della produzione industriale, che comporterebbe una maggiore richiesta di energia.
Le previsioni sui prezzi
Quanto alle previsioni sui prezzi, il report in esame considera come scenario base il range tra 35 e 45 euro a MWh, mentre ritiene poco probabile una discesa sotto i 30 euro, un livello “non coerente con i cambiamenti strutturali avvenuti negli ultimi due anni per offerta e domanda”.
Guardando al lato dell’offerta, lo studio segnala che la Russia ha perso definitivamente parte della sua capacità di esportazione e che la domanda di gnl aumenterà inesorabilmente grazie agli sforzi di decarbonizzazione sia nei Paesi sviluppati, sia in quelli emergenti.
Risparmi, ma non troppo
I recenti ribassi nel prezzo del gas hanno spinto l’Arera a ridurre a più riprese il costo della bolletta per le famiglie ancora in regime di tutela. A febbraio, in particolare, il taglio è stato del 13% rispetto a gennaio, che già aveva registrato un calo di ben il 34,3%. Anche se la stessa autorità ricorda che la spesa per il gas da parte di una famiglia tipo nell’anno marzo 2022-febbraio 2023 è stata di 1.666,23 euro. Un livello che resta ancora più elevato di circa il 20% rispetto a dodici mesi prima.
Intanto, a Bruxelles si è riunito il comitato direttivo della piattaforma energetica dell'Unione Europea, che lavora agli acquisti congiunti di gas. L’obiettivo è fare massa critica per spuntare prezzi più bassi nelle trattative con i produttori. Fino ad ora sono 22 gli Stati membri che hanno espresso il loro interesse preliminare ad aggregare una domanda di gas di oltre 17 miliardi di metri cubi di gas per i prossimi tre anni.
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