eSIM sì o no? Tante potenzialità ma anche qualche rischio per le SIM virtuali
Addio SIM di plastica, arriva la eSIM: attivabile in pochi secondi, permette più numeri sullo stesso device, riduce l’impatto ambientale e aumenta la sicurezza. Se gli operatori restano cauti, MVNO, fintech e IoT stanno già cavalcando questa rivoluzione digitale.

La piccola schedina di plastica che da anni accompagna i nostri telefoni è destinata a diventare un ricordo. La eSIM – SIM elettronica o embedded – è una tecnologia che elimina la necessità del supporto fisico, sostituendolo con un profilo digitale scaricabile direttamente sul dispositivo. Una rivoluzione silenziosa, che ha già iniziato a modificare il mercato delle telecomunicazioni e che, nei prossimi anni, potrebbe cambiare radicalmente il nostro rapporto con gli operatori mobili.
Cos’è l’eSIM e come funziona
A differenza della SIM tradizionale, la eSIM non richiede più un supporto da inserire nello smartphone, è integrata nel chip del dispositivo e consente di attivare un profilo telefonico tramite QR code o applicazione dedicata. In pratica, l’utente può cambiare operatore o piano tariffario senza doversi recare in negozio o attendere la consegna di una scheda fisica.
La semplicità d’uso è uno dei punti forti: si possono memorizzare più profili sullo stesso dispositivo, utili ad esempio per chi viaggia spesso all’estero o desidera separare il numero personale da quello lavorativo.
La diffusione globale: un’adozione a due velocità
Secondo stime GSMA, l’associazione che rappresenta gran parte degli operatori di telefonia mobile e aziende nell'intero ecosistema mobile, entro il 2025 ci saranno oltre 1 miliardo di connessioni eSIM attive, destinate a salire a quasi 7 miliardi entro il 2030.
Ma la diffusione non è uniforme. Negli Stati Uniti e in Asia l’eSIM ha già guadagnato terreno, complice la spinta degli operatori e la disponibilità di device compatibili. In Europa, e in particolare in Italia, l’adozione procede più lentamente: molti consumatori non sono ancora informati sui vantaggi, e alcuni operatori storici mostrano prudenza nell’accelerarne la diffusione.
La cautela, tuttavia, non sembra destinata a durare: i principali produttori di smartphone – da Apple a Samsung – hanno integrato l’eSIM nei modelli più recenti, rendendo di fatto inevitabile il passaggio.
Opportunità e criticità per utenti e mercato
I benefici dell’eSIM sono molteplici. Prima di tutto, la flessibilità: cambiare operatore diventa un processo rapido, anche in pochi minuti, senza vincoli logistici. Per i viaggiatori, scaricare un piano dati locale all’arrivo in aeroporto significa dire addio al roaming costoso.
C’è poi il tema della sostenibilità. Eliminare milioni di schede di plastica e le relative confezioni riduce l’impatto ambientale della filiera telco. Gli operatori stessi risparmiano sui costi di produzione, distribuzione e logistica, aprendo spazi per offerte più competitive.
Infine, la sicurezza: la eSIM è più difficile da clonare rispetto alle SIM tradizionali, e questo riduce i rischi di frodi telefoniche.
Nonostante i vantaggi, permangono alcune criticità. La prima riguarda la consapevolezza dei consumatori: in Italia, molti utenti non conoscono le potenzialità dell’eSIM o la associano a processi complicati. Un deficit di comunicazione che rallenta la crescita.
La seconda è la cautela degli operatori. L’eSIM semplifica il cambio di fornitore e potrebbe aumentare il tasso di abbandono dei clienti. Per questo alcuni operatori tradizionali preferiscono muoversi con prudenza, integrando gradualmente i servizi digitali e rafforzando i canali di fidelizzazione.
Infine, resta il tema della compatibilità dei dispositivi. Sebbene i modelli più recenti supportino l’eSIM, una larga fetta del parco smartphone italiano non è ancora adeguata, e questo limita il mercato potenziale.
Il ruolo dei nuovi attori: MVNO e super app
Se gli operatori storici frenano, i MVNO (operatori virtuali) e le super app si muovono con maggiore agilità, mentre alcune fintech come Revolut hanno introdotto piani dati gestibili direttamente dall’applicazione, senza vincoli contrattuali, sfruttando proprio la tecnologia eSIM.
La convergenza tra servizi finanziari, pagamenti digitali e connettività crea scenari nuovi, in cui il cliente può acquistare un abbonamento dati con la stessa facilità con cui ordina un caffè. Un modello che ridisegna i confini del settore, aprendo la strada a una competizione trasversale tra telco, banche e piattaforme digitali.
E se nel segmento consumer l’adozione è graduale, nel mondo IoT la eSIM è già una realtà consolidata. Auto connesse, smartwatch, dispositivi per la smart home e sensori industriali traggono vantaggio dalla gestione remota dei profili e dalla maggiore sicurezza offerta dalle SIM virtuali.
Rischi e prospettive per gli operatori
Per i grandi operatori la eSIM è una sfida che da un lato, semplifica i processi interni, riduce i costi e migliora l’esperienza cliente, mentre dall’altro aumenta il rischio di abbandono e apre la porta a nuovi competitor non tradizionali.
Molto dipenderà da come le telco sapranno ripensare la relazione con i clienti, trasformando la connettività in un servizio integrato con altri ambiti – dall’energia ai pagamenti – anziché in una commodity da cui fuggire al primo sconto.
La transizione dalla SIM fisica alla eSIM non sarà immediata, ma è ormai tracciata. Non si tratta soltanto di sostituire un supporto di plastica con un chip virtuale: la vera trasformazione riguarda l’intero ecosistema delle telecomunicazioni.
In un futuro prossimo, attivare un piano mobile potrebbe diventare semplice quanto scaricare un’app e la mobilità digitale sarà più fluida, sicura e sostenibile. A quel punto la domanda non sarà più se adottare la eSIM, ma come sfruttarne appieno le potenzialità. Per i consumatori significherà libertà, praticità e risparmio, per gli operatori, una sfida a ripensare sé stessi in un mercato sempre più aperto e interconnesso.
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