Energia e scenario 2030: le rinnovabili copriranno metà della domanda globale
Con l’aggiunta di oltre 5.500 GW di nuova capacità rinnovabile tra il 2024 e il 2030, le fonti green copriranno quasi la metà della domanda di elettricità nel mondo entro la fine del decennio. Sui target di Cop28 servono più sforzi. Le previsioni IEA e un focus su come trovare un preventivo fotovoltaico conveniente.
Rinnovabili al galoppo da qui al 2030. Entro la fine del decennio, le fonti di energia pulita saranno in grado di coprire quasi metà della domanda globale di elettricità, grazie all’aggiunta di oltre 5.500 Gigawatt di nuova capacità green nei prossimi sei anni. In pratica, quasi tre volte l’aumento registrato tra il 2017 e il 2023. Un incremento che equivale all’attuale capacità energetica di Cina, Unione Europea, India e Stati Uniti messi insieme.
L’impennata delle rinnovabili nel mondo è fotografata nel rapporto “Renewables 2024”, la pubblicazione annuale di punta dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA, International Energy Agency), che è un organismo dell’Ocse e che ha sede a Parigi.
Eppure, nell’analisi non mancano alcune ombre su questa “cavalcata” delle fonti pulite: la crescita, per quanto massiccia, non è in grado di centrare l’obiettivo di triplicare la capacità mondiale delle rinnovabili al 2030, target fissato da quasi 200 governi alla Cop28, la conferenza Onu sui cambiamenti climatici.
Il fotovoltaico traina la crescita delle rinnovabili
Dal report dell’Agenzia internazionale dell’Energia emerge con chiarezza il ruolo preponderante che l’energia solare avrà sullo sviluppo delle fonti sostenibili nel mondo nei prossimi anni.
Gli analisti IEA, infatti, prevedono che il fotovoltaico rappresenterà l’80% della crescita della capacità rinnovabile globale da qui al 2030, grazie al connubio tra:
- la costruzione di nuove grandi centrali solari;
- l’aumento dei pannelli fotovoltaici sui tetti da parte di aziende e famiglie.
Seppur ad un ritmo più lento, anche l’eolico è destinato a crescere, raddoppiando il suo tasso di espansione al 2030, al confronto tra il 2017 e il 2023. E questo conferma una tendenza già evidente ora: eolico e fotovoltaico sono le opzioni più economiche per aggiungere nuova capacità verde in quasi tutti i Paesi del globo.
Aumento rinnovabili, domina la Cina
Nella corsa alle fonti di energia pulita, la Cina farà la parte del leone. Nelle stime dell’Agenzia internazionale dell’Energia, il gigante asiatico è candidato a diventare leader globale della transizione verde, arrivando a rappresentare quasi il 60% di tutta la capacità rinnovabile installata a livello mondiale da qui al 2030. Una previsione calcolata sulla base delle attuali tendenze di mercato e degli attuali orientamenti politici dei governi.
Un’egemonia che, entro la fine di questo decennio, porterà la Cina ad ospitare quasi la metà della capacità totale di energia rinnovabile del mondo, rispetto a una quota di un terzo nel 2010.
Inoltre, se la Cina sta aggiungendo i maggiori volumi di rinnovabili, rileva IEA, è l’India a crescere al ritmo più veloce tra le principali economie.
Boom rinnovabili, ma non basta per i target di Cop28
Non ci sono, però, solo luci nel report dell’Agenzia internazionale dell’Energia. Dall’analisi IEA emergono anche delle ombre: la cavalcata delle rinnovabili “non è del tutto in linea” con l’impegno di triplicare la capacità rinnovabile mondiale al 2030 assunto da oltre 200 Paesi alla conferenza sui cambiamenti climatici Cop28.
Il rapporto IEA, infatti, prevede che, di questo ritmo, la capacità globale raggiungerà 2,7 volte il livello del 2022 entro il 2030.
Tuttavia, sostengono gli analisti dell’organismo Ocse, “il pieno raggiungimento dell’obiettivo di triplicazione è del tutto possibile se i governi colgono le opportunità di azione a breve termine. Ciò include la definizione di piani coraggiosi nel prossimo ciclo di contributi nazionali previsti dall’Accordo di Parigi” nonché “il rafforzamento della cooperazione internazionale per ridurre gli elevati costi di finanziamento nelle economie emergenti e in via di sviluppo, che frenano la crescita delle rinnovabili in regioni ad alto potenziale come l’Africa e il Sud-Est asiatico”.