Energia: consumi stabili e rinnovabili in crescita in Italia, i dati
Le ultime rilevazioni Terna certificano la sostanziale stabilità della domanda complessiva di energia elettrica in Italia. Le rinnovabili raggiungono quasi la metà della produzione, mentre la capacità di accumulo cresce in modo importante: ecco tutti i dettagli.

Nonostante gli ultimi cali, l’elettricità in Italia costa troppo. Appare ancora più interessante, considerato ciò, analizzare una recente indagine sulla domanda di energia in Italia realizzata da Terna, la società operatrice delle reti di trasmissione. Il report fotografa una situazione di sostanziale stabilità, con una crescita della potenza installata da fonti rinnovabili: analizziamo i dati più interessanti.
Il quadro generale dei consumi di energia elettrica in Italia
Prima di addentrarci nel dettaglio dell’indagine Terna, ecco un riepilogo generale relativo ad aprile 2025:
Consumi totali
- 23,4 miliardi di kWh consumati ad aprile 2025 (-1,1% rispetto ad aprile 2024);
- 100,7 miliardi di kWh consumati nel periodo gennaio-aprile 2025 (-0,8% rispetto allo stesso periodo del 2024).
Consumi industriali
- -2,9% rispetto ad aprile 2024.
Origine dell'energia
- 85,5% della produzione è nazionale;
- 14,5% è energia importata dall’estero.
Fonti rinnovabili
- Le fonti rinnovabili coprono il 48,2% della domanda.
Suddivisione delle rinnovabili
- Idroelettrico: 30,8%;
- Eolico: 17,1%;
- Fotovoltaico: 38,6%;
- Biomasse: 9,6%;
- Geotermico: 3,9%.
Guardando ai primi quattro mesi dell’anno, quindi, il consumo complessivo è leggermente diminuito rispetto allo stesso periodo del 2024. A essere più colpito è il comparto industriale, ma il contesto qui è estremamente mutevole: alcuni settori, dall’alimentare alla produzione di carta, mostrano segnali di crescita. Chimica e siderurgia sono invece in calo.
Il confronto su base annua e mensile
Concentrando lo sguardo sul breve periodo, i consumi registrati ad aprile 2025 rispetto a marzo 2025 sono in aumento dello 0,6%. Nel quarto mese dell’anno, quasi l’85,5% del fabbisogno elettrico italiano è stato soddisfatto tramite produzione nazionale, mentre il resto (14,5%) è derivato da importazioni, per un totale di 3,4 TWh. Rispetto all’anno precedente, il calo è dell’1,5%.
Alcuni indicatori, poi, certificano un certo calo nella richiesta. Ad esempio IMSER, basato sui valori forniti da alcuni tra i principali operatori di rete (tra i quali E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval). A febbraio 2025, la diminuzione su base annua è del 3,8%: un valore, spiega Terna, dovuto più che altro alla struttura del calendario, che nel 2024 vedeva un anno bisestile.
Crescono le rinnovabili (ma non tutte)
Un capitolo a parte meritano le riflessioni sulle performance delle energie verdi. Si parte dal dato della produzione netta complessiva, che ha toccato i 20 TWh. Di questi, il 48,2% è derivato da fonti rinnovabili, parametro che risulta in calo rispetto al valore registrato nello stesso periodo di un anno fa, dove si arrivava al 51,2%. A cosa è dovuta questa diminuzione?
A soffrire in questo momento sono idroelettrico ed eolico, con un calo del 28,5% e del 6,8%. Soprattutto nel caso dell’energia prodotta dal vento, la causa delle performance negative è dovuta alle condizioni meteo poco favorevoli.
Il necessario equilibrio viene trovato grazie alle altre tipologie di produzione green, a partire dalla grande crescita del fotovoltaico (+19,4%), seguita da termoelettrico (+6,7%) e geotermico (+0,5%).
Nel complesso, ad aprile 2025 la potenza installata da fonti rinnovabili è stata di 488 MW, valore in calo del 5% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel primo quadrimestre del 2025, i MW di nuova potenza da rinnovabili entrati in esercizio sono stati 2.084, con un decremento del 12% rispetto al 2024.
La performance più positiva deriva dalla capacità complessiva di accumulo, che al 30 aprile 2025 ha superato i 14mila MWh, distribuita su circa 788mila impianti. Il dato fa segnare un incremento del 70% rispetto ad aprile 2024.
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