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Energia: 3,5 miliardi investiti con ecobonus nel 2019

Nel 2019 sono stati impiegati 3,5 miliardi di euro con ecobonus, con l'obiettivo di risparmio energetico che è stato centrato al 77,2%. Il settore residenziale ha superato il target indicato; l'industria è ben oltre la metà del percorso e i trasporti hanno superato la metà dell'obiettivo.

A cura di: Tiziana Casciaro
A cura di: Esperta di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
È una giornalista che si occupa prevalentemente di attualità, finanza e risparmio: collabora con Segugio.it, trattando di prestiti, mutui, mercati energetici e telefonia.

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Tempo di lettura 3 minuti
Pubblicato il 20/10/2020
Energia: 3,5 miliardi investiti con ecobonus nel 2019

Sono oltre 42 i miliardi investiti in 13 anni di ecobonus, meccanismo introdotto nel 2007 per promuovere l’efficienza energetica. Di questi solo 3,5 miliardi sono stati impiegati nel 2019: questa detrazione fiscale ha comportato un risparmio di 250 milioni di euro sulla bolletta energetica nazionale e un calo delle emissioni di CO2 di oltre 2,9 milioni di tonnellate.

È questa la fotografia scattata da Enea nel 9° “Rapporto annuale sull’efficienza energetica” e nell’11° “Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti”.

I numeri sottolineano risultati positivi nel 2019 anche per il conto termico, l’incentivo finalizzato a promuovere efficienza e rinnovabili nella pubblica amministrazione, e per i certificati bianchi, destinati a incentivare, invece, l’efficienza nelle imprese.

Il commento

“I risultati che presentiamo oggi evidenziano che l’efficienza energetica è una leva efficace per risparmiare energia, ridurre le bollette, contrastare le emissioni inquinanti, ma anche per la crescita e l’occupazione. In questa fase di ripartenza post-Covid dobbiamo saper cogliere al meglio queste opportunità e iniziative come il superbonus, che vanno nella giusta direzione”, ha dichiarato il presidente dell’Enea Federico Testa.

“Ampliare il raggio di azione degli interventi consentirà di amplificare le ricadute dell’efficienza e creare una filiera nazionale della ‘white economy’, rilanciando comparti strategici come l’edilizia e la produzione di beni e servizi”, ha aggiunto Testa.

Enea, in qualità di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, fa sapere in una nota di essere impegnata a 360 gradi in questa sfida che comprende la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli immobili più degradati e il contrasto alla povertà energetica. Quest’ultimo fenomeno riguarda un numero sempre maggiore di famiglie e per calcolarlo Enea ha adottato uno strumento ispirato alla misura LIHC (Low Income – High Costs), utilizzata dal Governo britannico. In questo modo è stato possibile evidenziare il legame significativo tra la povertà energetica e la situazione economica in cui versano le famiglie.

Per l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, dunque, anche le politiche per l’efficienza energetica possono rappresentare una risposta concreta al problema, soprattutto per quanto riguarda l’efficientamento energetico degli immobili. Migliorare sul fronte energetico è senza alcun dubbio un’operazione strategica che ha anche forti ricadute sociali, economiche, ambientali e occupazionali.

I numeri dell’ecobonus 2019

Secondo quanto risulta dai dati sull’ecobonus 2019, le famiglie italiane hanno realizzato, lo scorso anno, 395mila interventi di efficienza energetica. Tra le opere più gettonate ci sono: la sostituzione dei serramenti, l’installazione di caldaie a condensazione e di pompe di calore per il riscaldamento invernale, la coibentazione di solai e pareti, la riqualificazione globale degli immobili e le schermature solari.

Dal report di Enea si evince, inoltre, che sempre nel 2019 – mediante il bonus casa - sono stati fatti circa 600mila interventi, con un risparmio complessivo che supera gli 840 GWh/anno.

Negli ultimi anni sono stati fatti comunque importanti passi in avanti sul fronte tecnologico: gli edifici di nuova costruzione tendono a consumare circa la metà di energia rispetto agli immobili realizzati alla fine degli anni ’90. C’è da dire, però, che siamo ancora lontani da un vero e proprio traguardo: secondo le proiezioni, al 2050, il 75% degli edifici sarà ancora scarsamente efficiente.

È necessario allora - affinché l’Unione europea raggiunga gli obiettivi di neutralità delle emissioni di carbonio, efficienza energetica e fonti rinnovabili - che il tasso di rinnovo annuale del patrimonio edilizio si duplichi rispetto all’attuale forbice compresa tra lo 0,4 e l’1,2% nei diversi Stati membri. Tale mutamento si va ad intrecciare con le diverse dinamiche abitative createsi a seguito della crisi da coronavirus e che implicano una vera e propria riprogettazione degli spazi all’interno delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. Si va ormai sempre più verso l’efficienza energetica, la sostenibilità ambientale, la salute e il benessere del cittadini.

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