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Digital life: italiani favorevoli ma preoccupati dalla sicurezza

La sicurezza informatica è la principale preoccupazione degli italiani che navigano in rete, i quali chiedono ai gestori connessioni più veloci e sicure. La maggioranza è favorevole al 5G, utilizza sia la rete fissa che quella mobile, mentre sospende il giudizio sui servizi digitali delle PA.

A cura di: Fernando Mancini
A cura di: Esperto di prodotti finanziari
In qualità di giornalista, ha lavorato per oltre 30 anni presso l’agenzia di stampa Radiocor, collaborando con ‘Il Sole 24 Ore’ e ‘Radio 24’. Appassionato di Finanza, collabora con Gruppo MutuiOnline, oggi Moltiply Group.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato 23/06/2022
connessione 5g con cittù sullo sfondo
Sondaggio sulla vita digitale post Covid

Gli italiani hanno un rapporto pieno di contraddizioni con il mondo digitale: giudicano le piattaforme web una componente irrinunciabile per la loro vita quotidiana, ma allo stesso tempo, la maggioranza da una parte è preoccupata per la sicurezza informatica e, dall’altra, è comunque favorevole al 5G.

È quanto emerge da secondo Rapporto ‘Vivere e valutare la digital life’ - realizzato dal Censis, in collaborazione con WINDTRE – a proposito del valore che viene dato alla connettività nel nostro Paese. In numeri, il 71,5% dei cittadini dotati di una connessione a internet usa sia la rete fissa sia quella mobile (il 17,7% solo la linea mobile, il 10,8% solo la fissa). Immersi nella digital life, gli utenti ricorrono alla combinazione di infrastrutture fisse e mobili per garantirsi l’accesso sempre, ovunque e comunque.

La richiesta di servizi veloci, di qualità e di assistenza rapida

Non sono comunque del tutto soddisfatti: chiedono ai gestori di migliorare i servizi, per avere connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti (51,6%), affidabili per non incorrere in interruzioni (41,7%), un servizio di assistenza rapido e facilmente accessibile in caso di guasti o di problemi amministrativi (31,1%). Il 43,9% (il dato sale al 51,5% tra i laureati e al 55% tra i giovani) pagherebbe addirittura qualcosa in più pur di avere la connessione con i requisiti indicati.

È cyber-paura per la maggioranza degli italiani

Il lato oscuro della digital life è rappresentato dalle cyber-minacce che, secondo l’opinione più diffusa insidiano il diritto alla connessione che, per gli italiani, va tutelato garantendo adeguate protezioni dalle minacce. Nel dettaglio, il 56,6% degli italiani (il 61,9% tra i giovani) ha paura per la sicurezza informatica, ad esempio quando svolge operazioni bancarie online. I ripetuti attacchi informatici a istituzioni, imprese e cittadini fanno presa sul corpo sociale e spaventano più del libero accesso alla rete da parte dei minori (34,7%), dei rischi di dipendenza e delle minacce alla salute mentale (23,7%) e degli hater che aggrediscono le persone sul web (22%).

Il 57,1% è favorevole al 5G

Sorprende il risultato del sondaggio sulla valutazione che hanno gli italiani del 5G: il 57,1% (il 68,4% dei giovani, il 62,5% dei laureati) è favorevole a rendere la nuova tecnologia operativa ovunque; il 14,9% è invece contrario, convinto che faccia male alla salute, mentre il 28% è incerto.

Un risultato che acquisisce maggiore valore se si pensa, come annota l’analisi di Censis-WINDTRE, al periodo dominato dalle fake news che hanno puntato il dito anche contro le vaccinazioni contro il Covid. Il desiderio di non ritrovarsi con connessioni inadeguate, infatti, spinge verso il consenso, mentre non decollano le tesi complottiste che associano alle reti di quinta generazione rischi per la salute.

Il digitale e la vita quotidiana

Nel Paese il mondo digitale è ormai una parte integrante della vita quotidiana. Il 64,8% di chi è dotato di una connessione lo utilizza per ascoltare musica e podcast, il 64,7% per guardare film e serie tv, il 39,5% per seguire eventi sportivi, il 31,9% per leggere libri, il 19,3% per frequentare corsi di formazione. Nel complesso, il giudizio sugli effetti sociali dell’utilizzo di massa delle piattaforme è positivo. Per il 49% ampliano la platea di persone che possono accede a cultura e entertainment, per il 30,8% accorciano le distanze tra generazioni, per il 30,6% riducono le differenze culturali tra Paesi.

Sono minoritarie le quote di coloro che sottolineano soprattutto gli svantaggi: il 17,9% ritiene che ci sia un eccesso di potere delle grandi piattaforme, il 17,5% teme che si amplino le disuguaglianze sociali e culturali in base alle disponibilità di connessione, il 14,3% vede il rischio di un crollo della qualità dell’offerta.

PA: per ora il giudizio è rinviato

Unico punto in sospeso che emerge dal rapporto è il giudizio sui servizi forniti dall’Amministrazione Pubblica. Infatti, il 46,3% è cauto, convinto che per ora abbia generato solo miglioramenti poco rilevanti. Il 32,7% è invece entusiasta, perché ritiene che abbia profondamente migliorato la PA e lo farà ancora di più in futuro. Il 21% è scettico, in quanto non vede benefici nell’immediato e ritiene che non ce ne saranno in futuro. Il 50,5% degli italiani dichiara comunque di utilizzare personalmente i servizi online delle amministrazioni pubbliche quando sono disponibili. Per ora, insomma, c’è grande cautela dei cittadini secondo i quali il tanto atteso salto di qualità della PA digitale è per ora rinviato.

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