Gas, Gazprom avverte: inverno difficile per l'UE con freddo intenso
L'amministratore delegato Gazprom non usa mezzi termini e mette in guardia l'Europa: considerando il tasso di crescita attuale degli stoccaggi di gas, l'inverno in arrivo potrebbe rivelarsi molto più freddo e lungo del solito. Scopriamo cosa dicono i dati.

La Russia torna a parlare della situazione energetica europea utilizzando toni che, come già visto in passato, non sono dei più amichevoli. Alexey Miller, amministratore delegato di Gazprom, avvisa infatti che il Vecchio Continente potrebbe passare un inverno particolarmente difficile dal punto di vista energetico in presenza di temperature nella media o più basse del normale. Si tratta di un avvertimento simile a quello già ricevuto nel 2022: cosa c'è di vero in queste parole?
Il lungo e freddo inverno dell’Europa
Intervenuto al Forum economico orientale a Vladivostok, Miller ha spiegato: “Se adesso, come prevediamo, arrivasse un inverno freddo, un normale inverno freddo, questo rappresenterebbe un vero problema per l’Europa”. Si tratta di dichiarazioni che si basano su dati in chiaroscuro per il Vecchio Continente. Il tema centrale è quello degli stoccaggi di gas: l'Europa, in questo momento, ha raggiunto un tasso di riempimento del 78%, a due mesi di distanza dal termine fissato per raggiungere l'obiettivo del 90%. Va detto però che un anno fa, di questi tempi, il tasso di riempimento era già del 93%.
Questo rallentamento è dato dal cambio delle regole europee sull’approvvigionamento di gas, ma anche e soprattutto dai rincari del metano e dalle scorte ridotte, a loro volta dovute (tra le altre cose) a una minore produzione eolica.
Stoccaggi: quali Stati sono avanti, quali indietro
Il tasso di riempimento degli stoccaggi del 78%, d’altra parte, è una media ottenuta prendendo in considerazione i vari Stati membri. Alcuni di questi sono in una situazione di forte vantaggio: il Portogallo arriva infatti al 99,95% di riempimento degli stoccaggi; altri si ritrovano invece clamorosamente indietro, come dimostra il caso della Svezia, ferma al 50,63%.
L'Italia si trova in buona posizione, visto che gli stoccaggi sono pieni all'89,26%. Fanno peggio di noi la Germania, con il 73,56%, i Paesi Bassi, con il 66,3% e l'intera area baltica. La Lituania, tra gli altri, aveva a malapena il 52%.
La soluzione: nuove regole flessibili per gli stoccaggi di gas
Come visto, gli stoccaggi risentono delle dinamiche interne dei vari Stati, tant'è che il dato medio lascia spazio a diverse interpretazioni man mano che ci si addentra nelle specificità dei vari territori. Le regole attuali in tema sono da far risalire al 2022, cioè il periodo immediatamente successivo all'inizio dell'attacco russo all'Ucraina. In previsione di eventuali ripercussioni del Paese di Vladimir Putin nelle forniture di gas verso i paesi europei, l’UE decise di istituire l'obbligo di raggiungere il 90% degli stoccaggi entro il 1 novembre di ogni anno.
Una regola che è destinata a cambiare già dal 2026, visto che la scadenza per raggiungere l'obiettivo di riempimento degli stoccaggi potrà oscillare tra inizio ottobre e inizio dicembre. Inoltre, in caso di situazioni di emergenza, saranno ammessi scostamenti tra il 10 e il 15%.
L’attualità, però, è quella disegnata dai dati commentati da Miller, diffusi inizialmente dal Gas Infrastructure Europe (GIE). Al 31 agosto, solo due terzi del gas prelevato la scorsa stagione dai depositi europei è stato reintegrato; il divario tra volumi consumati e rimpiazzati ammonterebbe a 18,9 miliardi di metri cubi.
Insomma, la situazione appare complessa e non priva di possibili risvolti negativi. Per cercare di risparmiare sulla bolletta del metano anche in un periodo così turbolento, il consiglio è quello di dare uno sguardo alle migliori offerte gas delle aziende partner di Segugio.it.
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