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Come si legge la bolletta della luce?

Conoscere il mercato della propria tariffa, il significato delle voci in bolletta e i costi che la compongono diventa necessario nel momento in cui si ha un'utenza. Qui troviamo un piccolo vademecum per capire da cosa è composto l'importo finale che paghiamo per una fornitura della luce.

A cura di: Paola Campanelli
A cura di: Esperta di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
Dopo la laurea in Economia Aziendale e due Master in Copywriting e Comunicazione Digitale, si dedica ora alla scrittura di news specializzate per Segugio.it, oggi parte di Moltiply Group, con cui collabora dal 2014.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 3 minuti
Pubblicato 03/05/2021
persona con pc e cacolatrice
Tutti gli elementi per leggere la bolletta della luce

Conoscere le voci presenti in una bolletta della luce non solo è necessario per avere consapevolezza dei consumi e delle spese in casa, ma diventa anche obbligato qualora ci si trovi davanti a importi troppo salati o peggio conguagli inaspettati.

Ecco allora un piccolo prontuario per individuare le voci più importanti e sapere come interpretarle.

Il quale mercato siamo?

Il primo punto da chiarire riguarda il regime che regola la nostra tariffa, dunque se il servizio di maggior tutela oppure il libero mercato.

Per scoprirlo, basta guardare la prima pagina della bolletta, perché ogni fornitore è obbligato a indicare chiaramente il mercato di provenienza della tariffa, inserendo la dicitura “Servizio di Maggior Tutela” o “Mercato libero dell’energia”.

Di fatto, se non si è mai cambiato operatore da quando il mercato dell'energia è stato liberalizzato, allora anche senza avere in mano una bolletta si potrà dedurre di trovarsi nel mercato tutelato e quindi molto probabilmente essere cliente del Servizio Elettrico Nazionale.

Il Codice POD

Una informazione presente solitamente sempre nella prima pagina della bolletta è il POD, di importanza fondamentale perché si tratta di un codice alfanumerico di 14 o 15 caratteri che identifica la fornitura e rappresenta una sorta di carta d’identità del contatore. In sostanza, il POD indica in maniera univoca l’area geografica dalla quale è prelevata l’energia elettrica.

È bene annotarsi questo codice, perché verrà richiesto al titolare per qualsiasi modifica si voglia effettuare a un contratto di fornitura. Indispensabile ad esempio in caso si debba fare una voltura o un subentro, oppure se si passa a un nuovo operatore.

La Potenza impegnata

Per potenza impegnata si intende la potenza massima resa disponibile dal fornitore in un contratto di luce. Anche questo dato si trova sulla bolletta, misurato in kilowatt (kW) e definito al momento della sottoscrizione del contratto sulla base delle esigenze del suo titolare.

La potenza fornita varierà in funzione degli apparecchi elettrici presenti in casa e delle abitudini di consumo dell’utente. Ad esempio, per una abitazione di dimensioni medie la potenza impegnata è di 3 kW.

Nel corso del tempo, se ci si rende conto che il contatore salta troppo spesso perché si è soliti utilizzare molti elettrodomestici di potenza elevata, allora sarà sempre possibile modificare la potenza impegnata, richiedendo una potenza superiore.

I costi fissi

Oneri di sistema, spese per il trasporto e la gestione del contatore, imposte e accise sono le voci di spesa costante, ovvero la quota di bolletta che non varia in proporzione al consumo, ma comprende costi in buona parte definiti da Arera, da sostenere a prescindere dai consumi per il solo fatto di avere un’utenza attiva.

Le spese per il trasporto e la gestione del contatore sono sostenute dal gestore per trasportare e distribuire l’energia elettrica e gestire i contatori. Sono identiche a prescindere dal fornitore e si compongono di una quota fissa, la quota energia (in base alla quantità di energia trasportata) e nel caso delle bollette luce, una quota potenza.

Le spese per gli oneri di sistema sono quelle che vanno a coprire una serie di attività in qualche modo connesse al funzionamento del sistema elettrico, come il finanziamento delle fonti rinnovabili o quelle per la ricerca e sviluppo delle energie sostenibili.

Le imposte sono le accise stabilite dall’Agenzia delle Dogane in base alla quantità di energia consumata e alla tipologia di utente, oltre all’IVA applicata sul costo totale della bolletta, in misura del 10% per le forniture residenziali e del 22% per le altre utenze.

I costi variabili: la materia prima energia

Quando si sceglie una tariffa, l’unica componente di costo sulla quale è possibile decidere è la materia energia. Se infatti nel servizio di maggior tutela è Arera a stabilirne il prezzo ogni tre mesi sulla base dell’andamento dei mercati delle materie prime, per le tariffe del libero mercato il prezzo della materia prima energia è oggetto di contrattazione tra le parti, suscettibile quindi di sconti e promozioni e dunque anche di concorrenza tra i diversi fornitori.

Quando dunque scegliamo una tariffa nel libero mercato, il dato importante per fare un confronto tra le tariffe luce è proprio il “costo della materia prima”.

Infine, anche la materia prima energia ha una componente di costo fisso ed è quella relativa ai costi di dispacciamento e commercio.

Risparmiare passando ad una tariffa del libero mercato

Il passaggio non è scontato, visto l’affollamento del mercato e la confusione generata nel consumatore, e non sono così scontate neanche la tariffe, salvo saper scegliere l’offerta più giusta per le proprie esigenze.

Per andare sul sicuro e non sbagliare, basta farsi aiutare dall’esperto, il comparatore Segugio.it che ogni giorno combina le migliori occasioni luce al prezzo più conveniente del mercato, selezionandole tra le compagnie di energia più importanti.

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Parole chiave

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