Come proteggersi dalle truffe telefoniche e dalle frodi online
La sicurezza digitale inizia dalla prevenzione e dalla conoscenza. Adottare misure adeguate per navigare online è oggi fondamentale. Per evitare rischi bisogna infatti riconoscere le minacce e adottare comportamenti prudenti. Scopriamo insieme come agire al meglio.

Nell'era digitale, dove le interazioni online sono all'ordine del giorno, la sicurezza dei dati è diventata una priorità imprescindibile. È cruciale non solo proteggere le proprie informazioni, ma anche saper riconoscere le minacce e adottare comportamenti cauti per evitare potenziali rischi.
Le truffe online, sempre più dietro l’angolo, sono orchestrate da esperti manipolatori che sfruttano emozioni come la paura e l'urgenza, cercando di guadagnare la fiducia delle vittime. Da qui la guida a cura di ABI – Associazione Bancaria Italiana – che illustra le modalità con cui si manifestano queste truffe e offre suggerimenti pratici e semplici per garantire una navigazione sicura e protetta nel mondo online.
Essere consapevoli di queste minacce è infatti fondamentale per proteggersi. Bisogna restare vigili e diffidare sempre di comunicazioni sospette, sia che arrivino via SMS, telefono o messaggi online. L'era digitale ha aperto le porte anche a truffe nel campo delle utenze di luce e gas: ci si finge rappresentanti di compagnie di energia o gas per rubare dati sensibili.
Cos’è il CLI Spoofing e come difendersi?
Una truffa al telefono o online non è altro che un inganno attraverso cui un truffatore, tramite trucchi o trappole opportunamente predisposte, induce la vittima ad effettuare un pagamento, un bonifico bancario o a condividere informazioni riservate. Nella maggior parte dei casi il malcapitato viene manipolato: gli impostori riescono a sfruttare la buona fede delle vittime per indurre loro a compiere azioni che normalmente non farebbero.
Oggi una delle tecniche più usate è quella del CLI Spoofing, che consiste nel far sembrare che la telefonata provenga da fonti affidabili, come banche, enti pubblici o familiari. Questo inganno spinge la vittima a fidarsi e a condividere informazioni personali, codici di sicurezza o ad autorizzare transazioni finanziarie. Il rischio principale è che la vittima agisca in buona fede, credendo di comunicare con un interlocutore legittimo, il che può portare a gravi conseguenze economiche e problemi di sicurezza. Inoltre, identificare il truffatore risulta complicato, poiché il numero di telefono è mascherato.
L’unico modo per difendersi – spiega l’ABI – è non fidarsi del numero visualizzato sul display e in caso di dubbio, interrompere la chiamata e richiamare tramite un numero ufficiale reperito da fonti sicure (sito web, documenti ufficiali).
Come funziona la truffa del blocco del pagamento?
Un'altra truffa molto comune prevede che i malintenzionati informino la vittima di un presunto blocco su un pagamento o su un conto bancario. Ci si spaccia per operatori del servizio clienti, spesso della banca della vittima o di un fornitore di servizi: i truffatori inviano messaggi SMS o effettuano chiamate per richiedere dati finanziari o informazioni personali, promettendo di risolvere la situazione e ripristinare il corretto funzionamento del conto.
La minaccia di conseguenze immediate, come penali o la sospensione del conto, è una strategia utilizzata per indurre le persone ad agire in fretta. Tuttavia, la miglior difesa è ignorare queste comunicazioni e non fornire mai informazioni personali tramite canali non ufficiali. In caso di dubbi, ABI suggerisce di contattare direttamente la banca utilizzando i numeri ufficiali, evitando di cliccare su link sospetti o aprire allegati. Inoltre l’Associazione Bancaria Italiana ricorda che le banche non si comportano mai in questo modo nei confronti dei loro clienti.
Attenzione allo smishing e al vishing
Le minacce digitali possono manifestarsi sotto forma di reati di truffa e frode. Da un lato, ci sono tentativi di inganno diretto per convincerti a cliccare su link dannosi o a fornire informazioni personali. Dall'altro, ci sono le frodi digitali, pensate per accedere illecitamente al denaro tramite canali bancari, come il furto di credenziali o dati che possono essere utilizzati per accedere ai conti, spesso senza che la vittima ne sia consapevole.
Ecco alcuni esempi di truffe digitali:
- Smishing: Questa forma di phishing si avvale di messaggi di testo per rubare dati personali. Di solito, si riceve un SMS che sembra provenire da una fonte affidabile, come la banca. Il messaggio invita a cliccare su un link per risolvere un presunto problema, ma in realtà è un tentativo per ottenere le informazioni sensibili.
- Vishing: Combinando le parole "voice" e "phishing", il vishing è una truffa telefonica in cui i malintenzionati si spacciano per operatori di banca, enti pubblici o aziende fidate. Attraverso una chiamata, cercano di estorcere dati sensibili come informazioni bancarie, codici di accesso o credenziali personali, spesso inducendo le vittime a compiere azioni contro il loro interesse.
- Phishing tramite App di Messaggistica: Anche le piattaforme di messaggistica istantanea, come WhatsApp, Telegram o Instagram, non sono immuni da queste minacce. I criminali possono utilizzare queste app per inviare messaggi fraudolenti, replicando truffe già note come il "family emergency scam" o il "job scam", dove vengono proposte offerte di lavoro fasulle per ottenere informazioni personali o denaro.
Teleselling aggressivo: come proteggersi
Il teleseling aggressivo è un altro fenomeno sempre più diffuso. Nei casi più gravi capita che il consumatore si ritrovi con l'attivazione di servizi non richiesti. Ecco perché l'ARERA chiede agli utenti di tenere gli occhi ben aperti, sottolineando che per le offerte luce il venditore deve mettere a disposizione anche la Scheda di confrontabilità e la Scheda sintetica, in modo da illustrare in maniera chiara e concisa i contenuti del contratto.
Per le offerte gas invece il venditore deve mettere a disposizione del consumatore la Scheda sintetica e, se se identificato come vulnerabile in base ai requisiti stabiliti dalla normativa vigente, anche la Scheda sintetica relativa al servizio di tutela della vulnerabilità che riassume le condizioni del servizio medesimo.
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