Case green: ok all’accordo UE, stop alle caldaie a gas
Le istituzioni europee hanno siglato un’intesa su nuove regole e parametri per l’efficienza energetica degli immobili. Slitta al 2040 l’addio alle caldaie a metano, dal 2030 nuovi edifici a emissioni zero, ma niente obbligo di installare i pannelli solari sulle abitazioni.

Più case “verdi” nell’UE. Parlamento di Strasburgo, Consiglio e Commissione europea hanno raggiunto un accordo per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Hanno dato il via libera al cosiddetto EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), la direttiva che stabilisce nuove regole e parametri per immobili esistenti e nuovi. L’obiettivo è duplice: abbattere i consumi energetici e avere costruzioni a emissioni zero entro il 2050.
La linea morbida che salva l’Italia
La lunga maratona per la riforma della direttiva case green è finalmente arrivata al traguardo. Il prossimo passo è la conversione in legge di questo accordo informale, con l’approvazione definitiva di Parlamento e Consiglio a gennaio 2024. Intanto, l’Italia può tirare un sospiro di sollievo. Il nostro Paese, infatti, detiene ancora numerosi edifici in classe G, la più inquinante, tanto che un immobile in questa classe consuma energia dieci volte di più che uno in classe A. Ragion per cui l’Italia temeva la linea dura dell’Europa, la quale voleva imporre l’obbligo di una ristrutturazione a tappeto degli edifici lungo la Penisola.
Anche perché i dati in possesso di Bruxelles denunciano che gli edifici nell’UE sono responsabili del:
- 40% del consumo energetico;
- 36% delle emissioni di gas serra.
Stop alle caldaie a gas nelle case dal 2040
Scongiurata la stretta UE, un primo pilastro dell’accordo firmato è il posticipo di cinque anni, dal 2035 al 2040, dell’obbligo di abbandonare l’utilizzo di combustibili fossili nelle case, ossia lo stop alle caldaie a gas nelle abitazioni. Un secondo pilastro di quest’intesa riguarda anche gli obiettivi intermedi di risparmio energetico per l’intero patrimonio edilizio dei 27 Paesi membri dell’Unione, che sono stati così stabiliti 15% al 2030 e 20-22% al 2035.
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Dal 2030 nuovi edifici a emissioni zero
Stando a quanto fissato dalla riforma della direttiva case green, il 55% della riduzione energetica dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori. E ancora: dal 2028 i nuovi edifici pubblici dovranno essere a emissioni zero, mentre l’obbligo per gli immobili residenziali scatterà dal 2030.
Altro punto cardine concerne i pannelli solari: no all’obbligo di installarli su tutti gli edifici residenziali, ma l’obbligo è previsto per gli edifici pubblici e i non residenziali di “grossa taglia”. Sono comunque previste delle eccezioni.
Esclusi dalla direttiva edifici storici e chiese
La riforma della direttiva case green scrive importanti pagine anche per gli edifici agricoli e gli edifici storici, i quali sono esclusi dalle nuove norme. Spetterà invece ai singoli Stati membri decidere di escludere anche:
- gli edifici protetti per il loro speciale valore architettonico o storico;
- gli edifici temporanei;
- le chiese e i luoghi di culto.
Da ultimo, ma non meno importante, occorre ricordare che sul punto più controverso della direttiva case green, un’intesa era già stata raggiunta durante i negoziati di ottobre 2023: al posto dei requisiti di ristrutturazione UE per i singoli edifici basati su classi energetiche armonizzate, il testo allora varato prevedeva un approccio basato sulla media dell’intero patrimonio edilizio. In sostanza, si lascia agli Stati membri dell’UE maggiore flessibilità.
Misure che fanno bene a bollette di luce e gas
Positivi i commenti della politica. Così il relatore dell’Europarlamento Ciaran Cuffe: “Abbiamo raggiunto un risultato straordinario, con un progetto per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio a livello mondiale”. Per la commissaria UE all’energia, Kadri Simson si tratta di “una serie di misure concrete che migliorano la vita dei nostri cittadini, riducendo le bollette energetiche e stimolando l’economia". Più cauto il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: “Dovremo verificare i testi, ma sembra confermato l’approccio di buon senso che ha prevalso nella riunione del 12 ottobre, un approccio che elimina gli obblighi diretti per i proprietari, lasciando agli Stati maggiore libertà d’azione”.
Le case green conquistano gli italiani
Intanto, secondo il Rapporto Federproprietà - Censis dedicato alle abitazioni, le case green sono promosse dagli italiani, che però ritengono necessari una serie di incentivi per attuare l’efficientamento energetico.
Senza trascurare il fatto che, tra i requisiti fondamentali per l’acquisto futuro di una casa, il 64,6% degli italiani include la classe energetica. Riguardo la direttiva europea case green dal report emerge che:
- il 73,3% degli italiani dichiara di esserne a conoscenza;
- il 51,1% la considera un atto positivo;
- il 40,1% l’apprezza per il risparmio energetico che ne conseguirà.
Tuttavia, c’è una fetta di italiani (il 22%) preoccupata: ritiene infatti che la sua applicazione possa tradursi in un ulteriore aumento dei costi di gestione degli immobili. Mentre il 16,3% dei proprietari prevede che gli interventi non siano economicamente sostenibili.
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