Case green: nuove regole UE, oltre alle offerte luce e gas verdi
La direttiva case green è realtà. L’ultimo semaforo verde è arrivato dai ministri europei del Consiglio Ecofin. Bocciatura da parte di Italia e Ungheria. La mappa delle nuove regole per centrare il target di edifici a emissioni zero entro il 2050 e un focus sulle offerte luce e gas green per te.

Traguardo raggiunto per la Direttiva case green. I ministri europei al Consiglio Ecofin hanno dato il via libera definitivo alla direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), il provvedimento che punta a raggiungere l’obiettivo degli edifici a emissioni zero in Europa entro il 2050.
Con questo ultimo passaggio formale e la successiva pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale, le nuove regole europee sulle case green si apprestano a diventare effettive. I 27 Paesi membri dell’UE avranno due anni di tempo per recepire le indicazioni nelle rispettive legislazioni nazionali e mettere a punto la tabella di marcia per centrare i target indicati da Bruxelles.
Case a zero emissioni dal 2030, cosa prevede la “svolta” UE
La direttiva case green, il cui iter legislativo è iniziato nel 2021 con una proposta della Commissione che è stata “ammorbidita” nel tempo lasciando maggiori margini di flessibilità agli Stati per le riqualificazioni, prevede i seguenti obiettivi:
- tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero dal 2030. Nel caso degli edifici pubblici di nuova costruzione, lo standard si applicherà dal 2028;
- il 16% degli edifici pubblici con le peggiori prestazioni (la classe energetica F e G) dovrà essere oggetto di ristrutturazione entro il 2030. La percentuale delle riqualificazioni dovrà salire al 26% entro il 2033;
- per gli edifici residenziali già esistenti, gli Stati membri dovranno mettere in atto misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035.
- i nuovi edifici pubblici avranno l’obbligo di installare i pannelli solari, dal 2026 al 2030.
I Ventisette potranno scegliere di escludere dalle norme determinate categorie di edifici, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate.
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Case green: addio alle caldaie a gas dal 2040
Non solo svecchiamento del patrimonio immobiliare UE (che è responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra nel Vecchio Continente). Un capitolo importante della direttiva case green riguarda anche la graduale eliminazione, entro il 2040, delle caldaie alimentate a combustibili fossili in Europa.
A un traguardo a lungo termine, Bruxelles ne ha fissato anche uno a breve termine. Dal 2025, i 27 Paesi membri non potranno più erogare incentivi per l’acquisto delle caldaie a gas autonome.
Saranno ammessi solo finanziamenti per sistemi di riscaldamento ibridi, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Le regole europee e la “bocciatura” di Italia e Ungheria
Al Consiglio UE Ecofin Italia e Ungheria hanno votato contro la direttiva, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
La “bocciatura” del nostro Paese alla direttiva UE ha riacceso le polemiche sugli investimenti che dovranno essere messi in campo dai Governi per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. La stima di Bruxelles è che entro il 2030 serviranno 275 miliardi di euro di investimenti annuali per la ristrutturazione degli edifici.
“È una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga?”, è stato il commento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, al termine della riunione.
Offerte luce e gas green per risparmio energetico e convenienza
In attesa che la direttiva case green possa essere tradotta in piani nazionali di riqualificazione edilizia, è possibile, sin da aprile 2024, accelerare sulla transizione “verde” del nostro Paese, attivando offerte luce e gas green del Mercato Libero.
Si tratta di soluzioni che fanno consumare energia elettrica prodotta al 100% da fonti rinnovabili e gas con emissioni inquinanti compensate. Una carezza per l’ambiente, ma anche una “manna” per il portafogli in tempi di rincari in bolletta.
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