Caro energia: perché in Italia i prezzi sono più alti rispetto al resto d’Europa
Il caro energia in Italia continua a essere un grande problema: nel nostro Paese, a causa di vari fattori, il costo dell'energia elettrica e del gas è più alto rispetto a buona parte del mercato europeo andando a limitare la crescita economica e a danneggiare famiglie e imprese.

La crisi energetica ha portato a un drastico aumento del costo di energia elettrica e gas naturale, aggravato dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni alla Russia, uno dei principali fornitori di gas per l'Europa prima dello scoppio del conflitto nel febbraio del 2022.
Anche se oggi siamo lontani dai picchi raggiunti nell'estate del 2022, le quotazioni all'ingrosso di luce e gas, con riferimento agli indici PUN e PSV, che regolano il mercato italiano, continuano a essere molto più alte dei livelli pre-crisi.
Quello del costo dell'energia è, quindi, un tema sempre molto attuale. In Italia, in particolare, la situazione è molto complicata e, per via della combinazione di vari fattori, la spesa per l'energia continua a essere molto elevata.
Nonostante le varie misure di sostegno, l'energia in Italia continua a costare di più rispetto a buona parte degli altri Paesi europei e, in particolare, ai big market come Germania, Francia e Spagna. Si tratta di un problema molto importante che rappresenta un ostacolo alla crescita economica italiana, limitando le imprese e creando difficoltà notevoli alle famiglie.
Perché in Italia l'energia costa di più
Come sottolineato in apertura, ci sono vari fattori che incidono, in misura più o meno significativa sul costo dell'energia in Italia e, che, quindi, comportano una spesa maggiore per luce e gas per le famiglie e le imprese italiane rispetto a molti altri Paesi europei.
A fare il punto su alcuni di questi fattori è stata un'indagine de Il Post che ha evidenziato il peso della tassazione sul costo finale dell'energia, citando uno studio di Confindustria che era stato portato all'attenzione del Parlamento anche da Mario Draghi, in una recente audizione.
Lo studio in questione si concentra sul 2024 e evidenzia come le imprese italiane hanno pagato l'elettricità:
- il 38% in più rispetto alla Germania
- il 70% in più rispetto alla Spagna
- l'87% in più rispetto alla Francia
Tra i quattro "big market" dell'Ue, quindi, l'Italia è quella che offre le condizioni più svantaggiose per le imprese. La Francia è avvantaggiata dalla possibilità di sfruttare il nucleare, con tante centrali attive. La Germania ha investito molto nell'eolico, soprattutto nel Mare del Nord, e anche la Spagna sta investendo nelle rinnovabili.
Per contrastare il caro energia in Europa, un recente report ha evidenziato la necessità di avviare un massiccio programma di investimenti per migliorare la rete distribuzione e sostenere le rinnovabili. Nel lungo periodo, in questo modo, si potrebbe arrivare a bollette più leggere del 30%, riducendo anche il problema delle tasse sul costo finale dell'energia.
Il peso delle tasse
In Ue, in media, le tasse pesano il 16,6% sulle bollette delle aziende. In Italia, invece, questa percentuale è del 27,5%, come evidente dagli ultimi dati Eurostat.Si tratta di un evidente svantaggio competitivo per le aziende italiane che devono fare i conti con un carico fiscale maggiore anche per quanto riguarda l'uso dell'energia. Il peso delle tasse è meno rilevante sulle bollette delle famiglie italiane, risultando quasi in linea con la media Ue (25,1% contro il 24,3%).
Servono più rinnovabili
A pesare sul costo dell'energia c'è anche il mix energetico. Considerando i dati consolidati relativi al 2023, infatti, in Italia circa il 54% dell'elettricità viene prodotta da fonti fossili (gas naturale, che arriva al 45%, carbone e petrolio). Negli altri Paesi europei va molto meglio:
- la Francia, potendo sfruttare il nucleare, ha ridotto il contributo delle fonti fossili a meno dell'8%
- la Spagna, oltre a un buon contributo dal nucleare, ha una quota di rinnovabili superiore (si sfiora il 60%) che permette di ridurre le fonti fossili a meno del 28%
- la Germania è riuscita a stare sotto al 45% per quanto riguarda il contributo delle fonti fossili
L'aumento del costo del gas e delle altre fonti fossili ha un impatto sul costo dell'energia finale. L'Italia, anche per questo, è svantaggiata perché il costo dell'elettricità è fortemente legato (circa il 90% fino al 2022 secondo il rapporto Draghi) al costo del gas.
Nei prossimi anni, sotto questo fronte, il nostro Paese dovrebbe registrare un passo in avanti importante. Gli ultimi dati Terna, infatti, confermano un sostanziale aumento del contributo dell'energia green:
- nel 2023 la copertura della domanda elettrica è stata ottenuta con il 37,1% di energia rinnovabile
- nel 2024 la copertura garantita dalle rinnovabili è arrivata al 41,2%
Per il futuro si inizia a parlare anche di un'Italia al 100% rinnovabile, un target che fino a qualche anno fa sembrava impossibile ma che, con i giusti investimenti, potrebbe diventare realtà.
Quanto costa oggi l'energia in Italia
In attesa di capire se le riforme al mercato energetico e il crescente contributo alla produzione energetica delle fonti rinnovabili saranno in grado di far calare la spesa energetica, oggi in Italia continua a esserci un problema legato al costo dell'energia elettrica e del gas naturale.
Gli ultimi dati (relativi ai valori mensili di febbraio 2025) confermano un sostanziale incremento per il prezzo all'ingrosso di luce e gas, con quotazioni che sono tornate a quelle di febbraio 2023. Al momento, infatti, il mercato fa segnare:
- un costo dell'energia elettrica di 0,15 €/kWh con riferimento al PUN di febbraio 2025
- un costo del gas di 0,56 €/Smc con riferimento al PSV di febbraio 2025
Questi aumenti (come detto si tratta dei valori più alti da febbraio 2023) hanno un impatto immediato in bolletta per famiglie e imprese che hanno scelto tariffe a prezzo variabile (con il costo dell'energia legato al PUN e al PSV) ma anche per le famiglie che hanno una fornitura in un regime regolato come il servizio di Tutela per vulnerabili e il Servizio a Tutele Graduali, dove il costo dell'energia cambia periodicamente sulla base dell'andamento del mercato all'ingrosso.
In questo contesto, è necessario, per le famiglie come per le PMI, scegliere tariffe a prezzo bloccato per almeno 12 mesi, in modo da assicurarsi condizioni chiare di fornitura, con un prezzo fisso per un lungo periodo. La scelta delle migliori offerte può avvenire tramite il comparatore di Segugio.it, accessibile di seguito.
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