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Caro carburanti: in difficoltà trasporti e artigiani

In pochi giorni la benzina è rincarata del 15 per cento e il gasolio del 20 per cento, accelerazioni che stanno fiaccando molto imprese. I più penalizzati, secondo la CGIA, sono gli artigiani e il settore dei trasporti, dove la voce carburanti rappresenta ben il 30 per cento dei costi.

A cura di: Fernando Mancini
A cura di: Esperto di prodotti finanziari
In qualità di giornalista, ha lavorato per oltre 30 anni presso l’agenzia di stampa Radiocor, collaborando con ‘Il Sole 24 Ore’ e ‘Radio 24’. Appassionato di Finanza, collabora con Gruppo MutuiOnline, oggi Moltiply Group.

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Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 26/03/2022
un artigiano al suo banco di lavoro
Ripercussioni del rincaro carburanti su artigianato e trasporti

Gli italiani, quando nelle ultime settimane si sono recati al distributore per fare il pieno di carburante, hanno scoperto il primo effetto diretto che ha avuto sulle loro tasche l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia: nel giro di pochissimi giorni la benzina è rincarata di quasi il 15% e il gasolio di quasi il 20%. Rispetto a quando spendevano nel 2021, quest’anno fare il pieno a un’auto costa loro oltre il 20 per cento in più. I più penalizzati sono quelli che ‘vivono’ sulle quattro ruote, in particolare idraulici, falegnami, elettricisti, taxisti, autonoleggiatori con conducente, trasportatori, bus operator e agenti di commercio che ogni giorno si spostano, per ragioni di lavoro, con il proprio autoveicolo.

Si tratta di un esercito costituito da oltre 717 mila piccoli imprenditori, gran parte artigiani, che a causa del vistoso rincaro del diesel si trovano in grande affanno. Si parla, secondo i calcoli della CGIA di Mestre, di un parco molto importante: quasi 5 milioni di autocarri, oltre 4,2 milioni di veicoli commerciali leggeri (con peso sotto 3,5 tonnellate), 195 mila motrici e oltre 48 mila autobus. Le più gravi difficoltà vengono riferite dagli autotrasportatori (ma anche dai taxisti e ncc e bus operator), che hanno visto aumentare esponenzialmente i loro costi fissi e per i quali, con tariffe ferme da anni, sta diventando pressoché impossibile far quadrare i bilanci.

La voce carburante rappresenta il 30% dei costi

Il carburante per queste categorie rappresenta il 30% circa dei costi totali di gestione. Se nel medio periodo i prezzi alla pompa non diminuiranno, sicuramente saranno costretti a ‘scaricare’ gli extra costi a valle, sul cliente finale, alimentando l’inflazione. Per questi motivi la CGIA chiede di ridurre il peso delle accise, che incide sul prezzo del carburante.

Un problema, questo, particolarmente sentito dagli autotrasportatori. In questo comparto, infatti, solo i mezzi pesanti oltre le 7,5 tonnellate (e almeno di classe Euro 5) possono chiedere il credito d’imposta per il rimborso delle accise. Praticamente pochissimi, visto che sul totale degli autocarri in Italia, più del 90% è sotto tale soglia.

Il peso delle accise sui carburanti

C’è da rilevare, per altro, che anche per gli autotrasportatori che hanno la possibilità di richiederlo, l’attuale credito di imposta ha raggiunto il livello massimo consentito dalle norme comunitarie. Pertanto, per questi ultimi è necessario intervenire presso l’Ue affinché autorizzi un’ulteriore riduzione delle accise, che in Italia incidono per il 39% sul prezzo della benzina verde, sul gasolio per autotrazione per il 35,5% e sul Gpl per il 18%.

Gli esperti della CGIA, considerata la straordinarietà del momento e il peso economico che il settore ha in Europa, ritengono che non dovrebbe essere difficile trovare l’appoggio dei Paesi partner per convincere L’Ue a modificare la direttiva che impone tali limiti.

La percentuale di abbattimento è del 35%

Agli autotrasportatori italiani con mezzi oltre le 7,5 tonnellate è riconosciuto un credito di imposta che trimestralmente possono compensare o tramutare in un rimborso. Sebbene abbia raggiunto il livello massimo, l’importo convenuto, pari a 0,214 euro ogni litro di gasolio, è molto contenuto.

Per contro, l’accisa, sempre al litro, incide sul prezzo alla pompa per 0,617 euro. In sintesi: la percentuale di abbattimento dell’accisa sfiora ‘solo’ il 35%. L’Ufficio studi della CGIA ricorda che il credito d’imposta per il rimborso delle accise - che riguarda anche i taxisti, il trasporto pubblico locale, quello scolastico - non è previsto invece per tutte le altre categorie degli artigiani, per gli agenti di commercio e per i bus turistici.

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