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Bollette: prezzi in caduta libera grazie alle rinnovabili

Il PUN oggi è di gran lunga al di sotto dei livelli toccati qualche trimestre fa e a novembre si è registrato un minimo dovuto all'elevata ventosità che ha fatto scendere il prezzo della produzione da impianti eolici, di fatto mandando fuori mercato la concorrenza delle infrastrutture a gas.

A cura di: Luigi Dell'Olio
A cura di: Esperto di prodotti finanziari, mercati energetici e telefonia
Si laurea in Giurisprudenza e diventa in seguito giornalista professionista, specializzandosi in economia e finanza. Collabora con primarie testate italiane, tra cui “la Repubblica” e “Affari&Finanza”. È inoltre coordinatore del mensile “Private” e autore per Segugio.it.

linea editoriale Segugio.it
Tempo di lettura 2 minuti
Pubblicato il 20/12/2023
simboli energia green
Le rinnovabili fanno scendere i costi in bolletta

Non solo l’affievolirsi delle tensioni sui mercati finanziari, con le turbolenze dell’autunno/inverno 2022 che appaiono come un lontano ricordo, ma anche la crescita delle fonti rinnovabili all’interno dell’asset mix produttivo. Sta di fatto che il PUN oggi è di gran lunga al di sotto dei livelli toccati qualche trimestre fa e la cosa non può che strappare un sorriso a famiglie e imprese.

Le ragioni del crollo delle quotazioni

Alla Borsa elettrica il prezzo dell’energia elettrica è risultato in calo del 9,3% mentre di pari passo le rinnovabili hanno accresciuto il proprio peso nell’ordine del 12,2%. In particolare, la produzione degli impianti idroelettrici è cresciuta del 24% e ancora meglio hanno fatto gli impianti eolici, mettendo a segno un rialzo nell’ordine del 59,2%. Un progresso tale da poter essere spiegato solo in piccola parte dagli investimenti nel settore (dato che i lavori sono lunghi e consentono passi in avanti sì, ma senza strappi), mentre gran parte del merito è del maltempo che ha caratterizzato il mese di novembre, con piogge abbondanti e vento forte che hanno consentito agli impianti idroelettrici ed eolici di lavorare a pieno regime (tanto che le rinnovabili hanno coperto il 41% dell’intera domanda di elettricità, cinque punti in più rispetto al mese precedente), con il risultato di far crollare il prezzo dell’energia prodotta da questi impianti, il che ha spiazzato le centrali a gas.

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La fine del mercato tutelato e le ricadute sulle tariffe

Le conseguenze sono positive sotto due profili: le tasche degli italiani (famiglie e imprese), già ampiamente provate dall’inflazione degli ultimi due anni; l’impatto ambientale, con la netta limitazione delle emissioni inquinanti generate dalle centrali a gas. E non si tratta di ricadute limitate dal punto di vista temporale, considerato che i benefici si vedranno anche nella revisione delle tariffe elettriche per il prossimo trimestre e che nel frattempo prosegue la realizzazione di impianti di produzione di energia pulita, destinati a entrare man mano in funzione.

La fine del mercato tutelato nel campo dell’elettricità partirà ad aprile, per cui chi non è ancora passato al mercato libero dovrebbe avvantaggiarsi del calo dei prezzi sulla Borsa elettrica. Il riferimento è alla decisione presa dal Governo che, dopo diversi rinvii negli scorsi anni, ha deciso di porre finalmente fine ai servizi di fornitura di energia elettrica e gas naturale con condizioni economiche (prezzo) e contrattuali definite dall'Autorità e destinati ai clienti domestici che fin qui potevano decidere di non scegliere un’offerta di mercato libero.

La liberalizzazione non riguarda, però, i clienti vulnerabili, vale a dire coloro che:

  • si trovano in condizioni economicamente svantaggiate (ad esempio percettori di bonus);
  • versano in gravi condizioni di salute tali da richiedere l'utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall'energia elettrica (oppure presso i quali sono presenti persone in tali condizioni);
  • sono soggetti con disabilità;
  • hanno un’utenza in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi, abitano in un’isola minore non interconnessa;
  • hanno più di 75 anni.

I clienti domestici vulnerabili continueranno ad essere serviti, anche dopo il 1° aprile prossimo, dal servizio di maggior tutela.

Il ruolo delle rinnovabili

Tornando alle rinnovabili, il 2023 dovrebbe chiudersi con circa 6 gigawatt di nuova potenza da fonti pulite, il livello più alto di sempre (il precedente record risaliva all’anno 2021), merito soprattutto del calo che sta caratterizzando i costi delle tecnologie e in parte anche degli incentivi statali e della spinta che arriva dal legislatore comunitario.

Nonostante questo, si tratta di un dato inferiore ai 10 gigawatt fissati solo qualche anno fa, così come ben lontano dai 12 gigawatt installati dalla Germania nei primi nove mesi di quest’anno. Il solare rappresenta la maggior parte della potenza installata da inizio anno, con l’eolico più marginale. Il merito è soprattutto delle famiglie che hanno deciso di mettere i pannelli solari sui propri tetti, mentre un contributo inferiore arriva dalle imprese, che pure tendono a puntare su impianti di maggiori dimensioni.

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SorgeniaF1: 0,127; F2: 0,137; F3: 0,116 €/kWh0,469 €/Smc98,47 € al mese
PulseeF1: 0,121; F2: 0,131; F3: 0,110 €/kWh0,389 €/Smc101,57 € al mese
ArgosF1: 0,105; F2: 0,134; F3: 0,109 €/kWh0,390 €/Smc102,26 € al mese
Octopus Energy0,113 €/kWh0,419 €/Smc102,29 € al mese
wekiwi0,124 €/kWh0,450 €/Smc102,49 € al mese
Sorgenia0,112 €/kWh0,460 €/Smc102,89 € al mese
NeN0,129 €/kWh0,460 €/Smc102,93 € al mese
Illumia0,119 €/kWh0,439 €/Smc103,72 € al mese
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