Banda ultra larga: scuole e ospedali italiani sempre più connessi, i dati
Con il PNRR l’Italia accelera la connettività ultraveloce: gran parte di scuole e strutture sanitarie è già online, le isole raggiungono nuovi traguardi e il 5G procede. L’obiettivo è ridurre il divario digitale e sostenere servizi innovativi, dall’AI alla telemedicina.

La trasformazione digitale dell’Italia passa dalla connettività ad alta velocità. E non si tratta più soltanto di garantire l’accesso a Internet ai cittadini, ma di creare un ecosistema digitale capace di sostenere l’innovazione in ogni settore: dalla sanità all’istruzione, fino alle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things. Collegare scuole, ospedali e territori isolati è oggi una priorità strategica per ridurre il divario digitale e rendere accessibili servizi innovativi a tutti.
In questo scenario il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gioca un ruolo decisivo, destinando risorse senza precedenti allo sviluppo delle reti ultraveloci.
Obiettivi raggiunti e prossime sfide
A fare il punto sui risultati ottenuti è stato il direttore generale di Infratel Italia, Paolo Lazzaro, durante il convegno “Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai”, organizzato a Milano, ha spiegato come il piano per la banda ultralarga stia rispettando i traguardi fissati, superando in alcuni casi gli obiettivi iniziali.
Gli obiettivi raggiunti
Sono già state connesse 21 isole italiane, più delle 18 previste dal target originario, mentre l’avanzamento dei progetti per scuole e strutture sanitarie è incoraggiante: circa tre quarti degli istituti scolastici hanno oggi accesso a reti ad alta velocità e gli ospedali hanno raggiunto l’80% del percorso programmato.
Secondo Lazzaro, questi risultati permettono di guardare con fiducia alle prossime scadenze del PNRR, compreso lo sviluppo della rete 5G, già avviata in linea con i tempi.
Investimenti strategici per colmare il digital divide
La banda ultralarga non è solo un tema tecnologico, ma una leva per ridurre il digital divide, cioè il divario tra aree ben servite e territori ancora in difficoltà. Il PNRR ha assegnato circa 5 miliardi di euro alla costruzione di nuove infrastrutture digitali, con particolare attenzione a zone strategiche come isole minori, scuole e ospedali.
Questi interventi si integrano con il Piano Italia a 1 Giga, sostenuto dal Fondo Nazionale per la Connettività, che prevede ulteriori investimenti mirati nelle aree rurali e nei comuni più piccoli. L’obiettivo è creare una rete nazionale coerente, resiliente e capace di garantire pari opportunità a cittadini e imprese, indipendentemente dal luogo in cui si trovano.
L’effetto più evidente di questa rivoluzione infrastrutturale riguarda i servizi pubblici essenziali. Connettere scuole e ospedali significa rendere possibile un’istruzione digitale più avanzata, con piattaforme e-learning e accesso a contenuti multimediali di alta qualità, ma anche facilitare la sanità digitale.
Telemedicina, cartelle cliniche elettroniche e consulti a distanza possono diventare una realtà diffusa solo se supportati da reti stabili e veloci. Per i cittadini questo si traduce in maggiore accessibilità ai servizi sanitari e scolastici, mentre per le istituzioni significa efficienza e riduzione dei costi di gestione.
Un ecosistema pronto per 5G e intelligenza artificiale
Oltre alla connettività di base, le infrastrutture realizzate aprono la strada a tecnologie di nuova generazione come 5G, IoT e sistemi di intelligenza artificiale integrati nelle reti locali. Il 5G, già in fase di implementazione, non si limita a offrire velocità maggiori, ma garantisce latenze ridotte e capacità di gestire milioni di dispositivi connessi.
Ciò è cruciale per sviluppare applicazioni avanzate come sensori nelle città intelligenti, robotica sanitaria e piattaforme di apprendimento personalizzato nelle scuole. Le reti intelligenti, inoltre, possono autogestirsi grazie all’AI, ottimizzando la manutenzione, migliorando la sicurezza e prevenendo i guasti.
La collaborazione tra pubblico e privato
Il progresso della banda ultralarga in Italia dimostra l’importanza della collaborazione tra Stato e operatori privati. Infratel Italia, come soggetto attuatore, gestisce le gare e coordina i lavori, ma la realizzazione concreta coinvolge partner industriali e società di telecomunicazioni. Questo modello pubblico-privato permette di accelerare i tempi, garantire standard elevati e rendere sostenibili gli investimenti anche nelle aree meno redditizie.
Sicurezza e formazione: sfide da affrontare
Accanto ai successi, non mancano le sfide. L’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle reti richiede attenzione alla protezione dei dati, all’aggiornamento dei sistemi informatici più datati e alla formazione del personale tecnico. Senza competenze adeguate e regole chiare, la transizione verso reti intelligenti potrebbe rallentare.
Il PNRR e il Piano Italia a 1 Giga forniscono strumenti e risorse per affrontare queste criticità, ma sarà fondamentale una governance coerente e la collaborazione tra enti pubblici, operatori e regolatori.
Impatto economico e sociale
L’espansione della banda ultralarga non è solo un progetto tecnologico: ha effetti concreti sulla crescita economica e sociale. Migliorare la connettività significa attrarre investimenti, facilitare la nascita di startup tecnologiche, modernizzare imprese e pubbliche amministrazioni.
Per le famiglie, avere una connessione stabile significa accedere più facilmente a servizi digitali, piattaforme educative e assistenza sanitaria a distanza. Per il Paese, significa ridurre disuguaglianze territoriali e posizionarsi in modo competitivo nel panorama europeo della trasformazione digitale.
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