Arriva l’impignorabilità per i piccoli debiti condominiali
Il mancato pagamento delle bollette o delle quote condominiali può innescare un circolo vizioso che mette a rischio la casa. Una situazione che, negli ultimi anni, ha portato a un numero crescente di pignoramenti, molti dei quali avviati direttamente dagli amministratori condominiali.

Acquistare una casa è un traguardo ambito dalla stragrande maggioranza degli italiani. Peccato che una volta coronato il sogno, anche a costo di sacrifici come l’accensione di un mutuo, la strada non sia propriamente in discesa. Infatti, la gestione di un immobile è diventata sempre più cara. Le bollette di luce e gas, i rincari delle spese condominiali e gli interventi di manutenzione straordinaria hanno reso sempre più gravoso il mantenimento sia dell’unità immobiliare, sia del condominio, soprattutto per i nuclei a basso reddito o con un solo stipendio. Secondo le ultime rilevazioni Istat, nel 2024 le spese per utenze domestiche sono aumentate in media del 6,2% rispetto all’anno precedente, con punte più elevate nelle grandi città e nei condomìni con impianti centralizzati.
Mancato pagamento delle bollette e pignoramenti
In questo scenario, il mancato pagamento delle bollette o delle quote condominiali può innescare un circolo vizioso che mette a rischio la casa stessa, soprattutto quando si tratta dell’unico immobile di proprietà. Una situazione che, negli ultimi anni, ha portato a un numero crescente di pignoramenti, molti dei quali avviati direttamente dagli amministratori condominiali.
La novità Decreto Bollette: protezione per le famiglie vulnerabili
È proprio in questo contesto che si inserisce la nuova misura contenuta nel Decreto Bollette, approvata dal governo per offrire una doppia tutela alle famiglie economicamente più fragili: da un lato un bonus energia da 200 euro per i contribuenti con Isee fino a 25 mila euro; dall’altro, una norma di salvaguardia che esclude la possibilità di pignorare l’abitazione principale per debiti condominiali inferiori ai 5 mila euro.
L'obiettivo
Una misura che ha l’obiettivo di rafforzare il diritto all’abitazione, impedendo che importi relativamente modesti possano condurre alla perdita della casa.
Pignoramenti rapidi, soprattutto dai condomìni
Il problema è tutt’altro che marginale. Se il pignoramento attivato da una banca richiede tempo, controlli e solitamente arriva dopo un lungo percorso di morosità, i condomìni possono muoversi in modo molto più veloce. L’amministratore, infatti, può ottenere un decreto ingiuntivo senza dover passare per l’assemblea, e procedere direttamente al pignoramento dell’immobile nel caso in cui il debitore non saldi il dovuto entro dieci giorni dalla notifica.
Una prassi che, stando ai dati di alcuni tra i principali tribunali italiani, ha assunto proporzioni preoccupanti: il 12% dei pignoramenti registrati negli ultimi tre anni è stato avviato da condomìni, con picchi del 15% nella provincia di Roma e addirittura del 17% nell’area metropolitana di Milano. Il rischio è che, di fronte a poche migliaia di euro di morosità, una famiglia possa perdere la propria abitazione, spesso già gravata da un mutuo. In questi casi, l’escussione da parte del condominio può generare una reazione a catena, costringendo anche l’istituto bancario a risolvere il contratto di finanziamento e a richiedere immediatamente il pagamento integrale del debito residuo. Un’escalation che spesso si traduce nella vendita forzata della casa all’asta.
In attesa di eventuali correzioni, dato che il decreto legge dovrà passare al vaglio del Parlamento per la conversione in legge, resta il fatto che per la prima volta viene posto un limite concreto alla possibilità di perdere la casa a causa di debiti condominiali di modesta entità, offrendo una protezione legale per centinaia di migliaia di famiglie che si trovano in bilico tra difficoltà temporanee e rischio di esclusione abitativa.
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