Operatori luce e gas a rapporto da ARERA per chiarimenti: che succede?
ARERA chiama a rapporto alcuni operatori energetici per far luce su comportamenti illeciti adottati tra il 2023 e il 2024. A essere al centro dei colloqui sarebbero pratiche scorrette di attribuzione dei prezzi, che potrebbero aver portato a bollette gonfiate.

ARERA vuole vederci chiaro. Negli scorsi giorni Stefano Besseghini, il presidente dell'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente ha confermato che alcuni operatori energetici saranno chiamati a chiarire alcuni comportamenti tenuti tra il 2023 e il 2024. Scopriamo di cosa si tratta.
I possibili “comportamenti non corretti” degli operatori luce e gas
Intervenuto in Commissione Attività produttive sugli esiti dell’indagine avviata da ARERA legata al funzionamento dei mercati nel periodo 2023-2024, Besseghini ha dichiarato: “I singoli operatori verranno chiamati a fornire argomenti rispetto al comportamento di mercato tenuto che, nelle ipotesi formulate, darebbe luogo alla percezione di un comportamento di mercato non corretto.”
Non si tratta, come suggerisce il presidente ARERA, di provvedimenti uguali per ogni parte coinvolta. Le circostanze, infatti, “naturalmente vanno verificate nel concreto dei singoli operatori con il duplice obiettivo da una parte di specificare quei parametri di costo che noi abbiamo assunto come ragionevoli, medi ma pur sempre medi e quindi non specifici del singolo impianto.”
In cosa consistono, però, queste irregolarità? Come spiegato nell’approfondimento sulle possibili bollette luce e gas gonfiate dai produttori, gli operatori energetici avrebbero messo in atto comportamenti destinati ad aumentare artificialmente il costo dell’energia, che sarebbe risultato più alto di quello di mercato.
Bollette gonfiate per 5 miliardi? Per ARERA è un’invenzione giornalistica
Nelle prime ore successive alla pubblicazione dei documenti legati al procedimento ARERA si era parlato di illeciti dei produttori pari a 5 miliardi di euro. Il dato era emerso dal confronto tra prezzi effettivi e prezzi simulati. La procedura avrebbe portato a differenze di medie di costo notevoli e pari a:
- 17-22 €/MWh nel 2023;
- 15-24 €/MWh nel 2024.
Queste discrepanze si sarebbero tradotte in 5 miliardi di euro di introiti ottenuti in maniera quantomeno poco trasparente. Su questo punto, però, Besseghini vuole essere netto: “Nel rapporto non si parla mai di 5 miliardi: è un elemento che emerge da stime che ha fatto qualche giornalista e lo lasciamo alla suggestione.”
Nessun procedimento sanzionatorio all’orizzonte
È bene dire che l’azione dell’Autorità dell’Energia, almeno per ora, non è di tipo sanzionatorio ma solo conoscitivo. Besseghini spiega: “Queste analisi caso per caso non sono provvedimenti sanzionatori nei confronti dei singoli operatori […] L’indagine prevede che una volta fatta l’indagine di carattere generale si acceda a questo confronto con gli operatori proprio per completarne gli effetti.”
Pertanto, al momento si tratta di una semplice azione conoscitiva da parte dell’Autorità, che si riserva di prendere provvedimenti nel caso venissero accertate condotte poco lecite. Il presidente ARERA spiega: “In esito a queste verifiche si potranno, se necessario, attivare procedimenti sanzionatori ma soprattutto avere un quadro concreto di qual è l’andamento di questi mercati in due anni.”
In che modo tutto ciò riguarda i clienti finali?
Al momento è difficile dirlo. Certo è che, se venissero accertati illeciti e un'effettiva azione diretta a gonfiare le bollette, sarebbero diversi i soggetti che avanzerebbero pretese verso i produttori di energia coinvolti.
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