Al via l’accensione dei riscaldamenti in Italia con i nuovi limiti imposti dal MITE
Il ministro della Transizione Economica Roberto Cingolani ha firmato il dm n.383, il nuovo piano per fronteggiare i rincari del gas naturale che stabilisce i nuovi limiti temporali del funzionamento dei riscaldamenti e la riduzione delle temperature massime consentite negli ambienti.

Archiviata definitivamente la stagione mite, ci si prepara ad accogliere quello che sarà probabilmente un inverno che rimarrà nella storia. Il razionamento dei consumi in conseguenza al blocco dei rifornimenti di gas da parte della Russia sta infatti per trovare attuazione, mentre lo scorso 6 ottobre il ministro della Transizione Economica Roberto Cingolani ha firmato il dm n.383, il nuovo piano per fronteggiare i rincari del gas naturale con l'obiettivo di ridurre i consumi e promuovere il ricorso alle fonti rinnovabili.
Il Decreto stabilisce i nuovi limiti temporali del funzionamento dei riscaldamenti e la riduzione delle temperature massime consentite negli ambienti.
In sostanza sono tre le importanti misure che riguarderanno gli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale per far fronte alla crisi energetica:
- la riduzione dell’orario giornaliero di accensione di 1 ora al giorno;
- la riduzione della temperatura massima consentita di 1°C;
- la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione nella stagione invernale 2022-2023.
Per quanto riguarda i gradi consentiti per riscaldare gli ambienti, la legge dice che non si può superare la temperatura dei 20°C, con soli 2 gradi di tolleranza. Nel prossimo inverno la temperatura dovrà essere impostata a 19°C.
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Rispettando la suddivisione del Paese per zone climatiche a seconda della rigidità degli inverni, l’accensione dei riscaldamenti è prevista a partire dal 22 ottobre secondo la seguente ripartizione:
Zona A (Sicilia Sud-Orientale e Isole): nelle isole di Lampedusa e Linosa e nelle località di Porto Empedocle dall’8 dicembre al 7 marzo per 5 ore al giorno;
Zona B (Tirrenica): nelle città di Reggio Calabria, Crotone, Agrigento, Catania, Palermo, Messina, Trapani, Siracusa dall’8 dicembre al 23 marzo per 7 ore;
Zona C (Adriatica Settentrionale): nelle città di Imperia, Latina, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Brindisi, Catanzaro, Cosenza, Cagliari, Oristano, Sassari e Ragusa dal 22 novembre al 23 marzo per 9 ore;
Zona D (Appenninica): nelle città di Genova, La Spezia, Savona, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Massa Carrara, Siena, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Roma, Viterbo, Terni, Avellino, Chieti, Pescara, Foggia, Isernia, Matera, Caltanissetta, Nuoro, Teramo e Vibo Valentia dall’8 novembre al 7 aprile per 11 ore;
Zona E: (Padana): nelle città di Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Novara, Padova, Pavia, Sondrio, Torino, Varese, Verbania, Vercelli, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Rovigo, Treviso, Trieste, Udine, Verona, Vicenza, Venezia, Arezzo, Perugia, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Campobasso, Potenza ed Enna dal 22 ottobre al 7 aprile per 13 ore al giorno.
Al calendario previsto per le città della Lombardia fa eccezione il Comune di Milano, dove lo scorso 18 ottobre il sindaco Giuseppe Sala ha firmato l’ordinanza per posticipare l’accensione dei riscaldamenti al 29 ottobre. Con una nota, Palazzo Marino motiva così la decisione dell'ultimo momento: "le alte temperature registrate in questi giorni, insolite per la stagione, oltre a un innalzamento dei Pm10 presenti nell’aria della città affiancato dall’esigenza di ridurre i consumi, hanno motivato il Comune a posticipare l’accensione degli impianti di riscaldamento".
Zona F (Alpina): comprende le province di Cuneo, Belluno e Trento: accensione senza limiti.
L’attivazione degli impianti di riscaldamento può avvenire esclusivamente tra le ore 5 di mattina e le 23 di sera. ENEA, con la presentazione del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, propone una serie di indicazioni pratiche per i cittadini chiamati all’adempimento degli obiettivi prefissati (ad esempio come impostare correttamente la temperatura di riscaldamento), che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini.
Le esenzioni previste
Le disposizioni stabilite dal Decreto relative alle riduzioni prevedono precise esenzioni, nello specifico non dovranno applicarle:
- ospedali;
- edifici adibiti a luoghi di cura;
- asili nido e scuole materne;
- piscine e saune;
- gli edifici che hanno ricevuto deroghe dai comuni;
- gli edifici che sono dotati di impianti alimentati a energie rinnovabili; gli edifici adibiti ad attività industriali ed artigianali e assimilabili, nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.
Inoltre, qualora si dovessero presentare condizioni climatiche particolarmente rigide, i Comuni possono decidere di derogare alle disposizioni restrittive, ma solo con provvedimento motivato.
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