Accumulo di energia: il piano italiano per lo stoccaggio delle rinnovabili
La transizione energetica dovrà necessariamente passare dall'installazione di sistemi di accumulo di energia efficienti e affidabili. L'Italia si segnala tra le nazioni europee più avanti su questo tema, con una capacità disponibile che continua a crescere.

Da quando è scoppiato il conflitto tra Russia e Ucraina, nel 2022, il tema della creazione e dello stoccaggio di energia è diventato quanto mai strategico per il destino dei Paesi europei. I sistemi di accumulo rivestono perciò un'importanza fondamentale, perché consentono di far fronte a cali di produzione anche in periodi in cui la domanda aumenta (ad esempio in inverno). Viene da chiedersi, quindi, quale sia la situazione nel nostro Paese: nuovi dati diffusi dal Politecnico di Milano aiutano a fare chiarezza.
L’importanza crescente dei sistemi di accumulo di energia rinnovabili
La centralità dei sistemi di accumulo di energia viene ben sottolineata da Davide Chiaroni, vicepresidente Energy & Strategy del Politecnico di Milano, che spiega: “Da un lato lo storage consente di garantire affidabilità e flessibilità a una rete alimentata sempre più da fonti non programmabili; dall’altro contribuisce all’indipendenza energetica del Paese, riducendo la dipendenza da forniture estere di combustibili fossili e rafforzando la nostra sicurezza energetica per i prossimi decenni”.
A fine 2024, l’Italia contava su oltre 700mila sistemi elettrochimici installati, per una potenza cumulativa di quasi 6 GW e un picco di 13 GWh. Lo scorso anno sono state oltre 200mila le nuove installazioni, corrispondenti a un aumento del 62% nella potenza e dell'80% nelle capacità rispetto al 2023. Secondo Terna, la società che gestisce le infrastrutture elettriche nel nostro paese, a giugno 2025 l'Italia contava su 16.411 MWh di capacità di accumulo, dato in incremento del 69,3% rispetto allo stesso periodo nel 2024.
Una crescita costante anche a livello europeo
La crescita dei sistemi di accumulo di energia rinnovabile nel nostro Paese ha un impatto anche a livello europeo. Nel 2024, il 70% della capacità totale installata nel vecchio continente proveniva da Germania, Regno Unito e Italia. Entro il 2030, Secondo il Politecnico di Milano, Gran Bretagna e Italia registreranno la maggior capacità installata di batterie, andando a costituire quasi il 50% della crescita totale della capacità di accumulo in Europa.
Ci si potrebbe chiedere le ragioni di questa avanzata così evidente. Chiaroni, su questo tema, dichiara: “Siamo il mercato europeo più attraente per il settore dello stoccaggio, sia per il sistema di aste, sia per la crescita spontanea del comparto. Una crescita che coinvolge sia il segmento residenziale legato al fotovoltaico, che però sta rallentando dopo la conclusione del Superbonus, sia le grandi installazioni centralizzate”.
Gli obiettivi per il futuro
La crescita attuale si pone in linea con gli ambiziosi obiettivi stabiliti dal nostro Paese entro il 2030, che prevedono una capacità produttiva di energie rinnovabili pari a 131 GW. Il traguardo, stabilito nel Pniec (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), potrà essere raggiunto solo sfruttando al massimo le nuove tecnologie di accumulo, come spiega Chiaroni: “È ragionevole attendersi che, a regime, tutti i nuovi impianti da rinnovabili vengano installati già con sistemi di accumulo integrati. E, dove il mercato non coprisse le esigenze, Terna potrà intervenire direttamente con investimenti mirati.”
Un ruolo centrale nella transizione energetica è ricoperto dalle aste indette da Terna per il mercato a termine degli stoccaggi: il primo appuntamento è previsto per il 30 settembre e consentirà l'approvvigionamento di 10 GWh di capacità di stoccaggio.
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