Open Fiber, accordo con Fibercop? Una possibile rivoluzione in arrivo
Per sbloccare il piano Italia a 1 Giga, la strada scelta potrebbe essere quella di un accordo tra OpenFiber e FiberCop, le due società incaricate della gestione operativa. Scopriamo i dettagli della possibile intesa e quali sarebbero le maggiori conseguenze.

A tenere banco sono ancora una volta le sorti del piano Italia a 1 Giga, che in teoria dovrebbe portare la banda ultralarga in ampie aree del Paese, ma che in pratica procede a rilento. Il ritardo è tale che il Governo, in queste ore, è impegnato a cercare soluzioni per rimettere in carreggiata l’operazione. Una delle opzioni proposte è quella di un ipotetico accordo tra FiberCop e Open Fiber, le due aziende incaricate dell’esecuzione.
Le ipotesi: Open Fiber cede a FiberCop parte dei suoi lotti?
Secondo le ultime indiscrezioni, le strade che potrebbero essere intraprese sarebbero almeno due:
- Open Fiber cederebbe a FiberCop i lotti delle cosiddette aree grigie, a rischio di semi fallimento di mercato, così da velocizzare la ripresa del piano Italia a 1 Giga;
- in alternativa, è possibile un’esame lotto per lotto, a seconda delle situazioni dei singoli comuni interessati.
A essere coinvolti sarebbero i lotti delle regioni Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia In entrambi gli scenari, si profilerebbe una cessione di ramo d’azienda, con il conseguente passaggio di dipendenti.
L’operazione dovrebbe essere conclusa entro giugno, ma un rinvio appare già ora più che pronosticabile, visto che si dovrà decidere cosa includere nella cessione (solo i lavoratori, oppure anche infrastrutture?) e quale sarà il suo valore.
Cosa deciderà il CdA di Open Fiber?
Finora si è rimasti nel campo delle ipotesi, mentre tra poco si inizierà con le azioni concrete. Il Consiglio di Amministrazione di Open Fiber analizzerà l’opportunità di cedere i suoi lotti. Se da una parte regna l’indecisione, dall’altra la strategia è già ben lineata. La volontà di Fibercop di subentrare è ben chiara dal 2 aprile, per mezzo di una lettera inviata al Governo dal presidente e amministratore Massimo Sarmi.
Rivendicazioni a parte, bisognerà fare i conti con necessità concrete. Sia Open Fiber sia FiberCop, infatti, lamenterebbero mancanze in termini di manodopera qualificata; anche dopo essere giunti all’accordo non è detto che si possa procedere così spediti.
Il parere dell’Antitrust
Un altro fattore di cui tener necessariamente conto è legato al parere dell’Antitrust, chiamata a esprimersi su un’operazione che potrebbe sconvolgere gli equilibri del mercato. A essere sotto la lente dell’Autorità per la concorrenza non è solo l’accordo tra Open Fiber e FiberCop, ma anche la cessione della stessa FiberCop alla cordata Kkr. Operazione che, al momento, è ancora sub iudice, visto che deve essere espresso un giudizio sull’operazione di scorporo della rete fissa di TIM in favore di FiberCop. Bisogna capire, cioè, se quest’ultima compagnia è veramente indipendente e se l'esclusiva di 30 anni per la fornitura di servizi di accesso all'ingrosso a TIM non leda la libera concorrenza.
Ma c’è di più, perché prima di procedere bisogna fare chiarezza sull’acquisto, da parte di FiberCop, di alcune linee FTTH rivendute a TIM dalla società Connecting Project, che a sua volta compra da Open Fiber.
Tanti tavoli aperti – e complessi – quindi, per una vicenda ancora tutta da scrivere.
Cosa cambierà per i clienti finali?
In linea teorica, con il piano Italia a 1 Giga diverse aree del paese arriveranno a ottenere connessioni da almeno 1 Gigabit in download e 0,2 Gigabit in upload. Al momento, però, non è lecito sapere se e quando si giungerà alla conclusione dell’iniziativa. Fin da subito, è possibile invece utilizzare lo strumento di verifica copertura internet di Segugio.it per capire se il proprio comune è coperto dalla connessione ad alta velocità. Per migliorare le performance della propria navigazione sul web, inoltre, è possibile attivare una delle offerte consigliate di seguito:
Confronta le offerte internet e risparmia
Leggi le nostre Linee guida Editoriali