5G in Italia: la rete non è ancora matura rispetto ad altri Paesi
Un report FNTV certifica il ritardo della rete 5G italiana, che si piazza al ventunesimo posto in una classifica dominata dai Paesi del Sud Globale. In difficoltà anche Francia, Germania e Regno Unito. Quali sono le ragioni di questa arretratezza? E i rimedi?

Un report FNTV (Fierce Network TV) pone seri dubbi sull'avanzamento tecnologico del nostro Paese nell'ambito delle telecomunicazioni di ultima generazione. Nella classifica stilata nel FNTV Global 5G Index 2025, infatti, l'Italia figura ben al di fuori della top ten delle nazioni per maturità infrastrutturale della rete 5G. Scopriamo di più.
L’Italia solo al ventunesimo posto per qualità della rete 5G nel mondo
Il report Fierce Network prende in considerazione elementi come l'implementazione delle reti 5G standalone (SA), la copertura sul territorio, la disponibilità e la velocità reale. Prendendo in esame tali aspetti, questa è la classifica dei Paesi coinvolti dal contributo:
- Corea del Sud;
- Cina;
- Emirati Arabi Uniti;
- Qatar;
- Singapore;
- Kuwait;
- Danimarca;
- Svizzera;
- Svezia;
- Stati Uniti;
- Finlandia;
- Norvegia;
- Giappone;
- Arabia Saudita;
- Germania;
- Francia;
- Paesi Bassi;
- Canada;
- Nuova Zelanda;
- Austria;
- Italia;
- Regno Unito;
- Belgio;
- Spagna;
- Portogallo;
- Palestina;
- Corea del Nord;
- Sudan.
Come si può notare, l'Italia risulta ben al di fuori dalla top ten, insieme ad altri pilastri dell'area europea come Germania e Francia. Il Regno Unito fa addirittura peggio di noi, piazzandosi al ventiduesimo posto.
Perché l’Italia è così indietro?
Il report FNTV prova a ricercare le cause del ritardo del nostro Paese. Il motivo principale risiederebbe nella mancanza di una strategia coerente e di politiche poco incisive. La lenta transizione verso le reti 5G standalone, che risulta fondamentale per applicazioni industriali e l’edge computing, nel nostro Paese è ancora agli inizi.
D'altra parte, si tratta di risultati che sorprendono fino a un certo punto. Già nei mesi scorsi era emerso che in Italia spesso il 5G è di nome ma non di fatto. Solo il 10% del territorio è coperto da una connessione di ultima generazione, mentre il resto vede un misto di 4G e 5G.
Per cercare di accelerare la transizione verso la banda ultralarga e l'internet veloce, il Governo sta per introdurre il bonus fibra ottica da 300 euro. Resta da vedere se provvedimenti del genere rientrano nell'ambito di quelle strategie coerenti e politiche di ampio respiro auspicate da FNTV.
Il Sud globale, il nuovo asse strategico per le reti veloci
L'Italia e altre grandi nazioni europee, come visto, arrancano sul fronte della gestione della tecnologia 5G. Chi sta decisamente meglio è l'area denominata Sud globale, ovvero quella formata da Paesi come Turchia, Emirati Arabi, Sudafrica e Brasile. La nazione guidata dal Presidente Erdogan, ad esempio, già da tempo è al lavoro su una strategia che punta a sviluppare industria, mobilità e servizi urbani tramite l'utilizzo del 5G.
Una possibile conclusione alla quale arrivare, pertanto, porta a dire che sono le economie emergenti quelle che in questo momento stanno guidando l'innovazione digitale, grazie a modelli strutturali agili e scalabili. Il rischio, per l'Italia e per altre nazioni occidentali, è quello di rimanere indietro, perdendo l’opportunità di attrarre investimenti e sviluppare servizi AI avanzati (e indipendenti).
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