Il 5G non è sempre 5G: i guai delle reti mobili di nuova generazione
Il proprio smartphone segnala che si sta utilizzando la rete 5G, ma potrebbe non essere sempre vero: le reti attualmente disponibili propongono infatti sistemi ibridi tra i sistemi ad alta velocità e il precedente 4G. Perché si è arrivati a questa situazione?

A livello globale, la crescita del 5G è inarrestabile. Se si entra nel particolare del contesto italiano, però, si scopre che dietro la facciata scintillante di questa crescita si nasconde un lato oscuro piuttosto preoccupante: secondo dati riportati da Il Post, infatti, attualmente la copertura del “vero” 5G nel nostro paese sarebbe soltanto del 10%. Vediamo perché.
Lo smartphone dice una cosa, la realtà un’altra
La barra superiore dello smartphone mostra diverse informazioni utili, prima tra tutte la tipologia di rete alla quale il dispositivo si appoggia per la connessione. Quando l’indicazione è “5G”, si sarebbe portati a credere di poter sfruttare al meglio la velocità della nuova tecnologia di trasmissione mobile. Invece non è sempre così: nonostante l’indicazione 5G, la dicitura potrebbe rimanere una mera possibilità teorica, relativa solo al fatto che lo smartphone ha rilevato una cella di trasmissione nel quale è disponibile il segnale 5G. Il procedimento, a grandi linee, può essere sintetizzato come segue:
- le antenne alle quali si collega lo smartphone trasmettono un segnale che contiene diverse informazioni sulle tecnologie di trasmissione dati;
- se il proprio telefono è compatibile col 5G, il telefono deciderà se mostrare o meno la dicitura “5G” sulla barra in alto della schermata;
- alcuni modelli di cellulare mostrano subito la dicitura 5G, anche se nei fatti si è ancora sotto la rete 4G, mentre altri sono più selettivi.
Questo procedimento “a discrezione” del singolo smartphone porta al risultato che spesso si naviga con la dicitura 5G a una velocità molto inferiore, difatti quella del 4G. Perché tutto ciò?
I sistemi ibridi tra 5G e 4G
Questa sorta di ibridazione tra 4G e 5G è il risultato dell’impiego di tecnologie specifiche di rete. Le due più importanti sono:
- 5G NSA (5G Non-Standalone) – si tratta di un sistema che impiega lo standard 5G ma che viene controllato e gestito da infrastrutture 4G;
- Dynamic Spectrum Sharing (DSS) – soluzione che consente di utilizzare le stesse frequenze radio sia per il 4G, sia per il 5G. Questo sistema permette di limitare i costi, ma le prestazioni 5G ne risentono per via della minore banda dati disponibile.
Questa configurazione ibrida è stata scelta alcuni anni fa per accelerare l’introduzione del 5G. I ritardi accumulati per via della pandemia e della crisi geopolitica hanno portato alla situazione attuale, in una sorta di stallo che non consente di sfruttare appieno le reti ad alta velocità.
Uno scenario in via di definizione
Secondo i dati pubblicati da Il Post, in Italia meno del 10% del territorio è coperto da “vero” 5G, che cioè non rientra nelle configurazioni ibride descritte in precedenza. Per arrivare a risultati migliori serviranno ingenti investimenti per aggiornare l’infrastruttura delle reti mobili. E servirà molto tempo, se è vero che il Piano Italia 5G, che dovrebbe accelerare questo processo, sembra essere in una fase interlocutoria (con il possibile rischio della perdita dei fonti del PNRR).
In ogni caso, già da ora si ha l’opportunità di rendersi conto della qualità della connessione disponibile nella propria zona. Lo speciale sulla copertura 5G in Italia di Segugio.it fotografa in modo chiaro quale sia la diffusione di questa tecnologia nelle varie aree del Paese.
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