Cellulare a scuola: normativa, divieti e sanzioni
Lo smartphone a scuola può essere utilizzato? Si rischiano delle sanzioni? Il dibattito su pro e contro del cellulare a scuola è ancora vivo, eppure c'è una normativa che ne regola l'utilizzo negli ambienti scolastici.

Sul tavolo opinioni contrarie: i detrattori pensano che i telefoni cellulari mettano a dura prova la concentrazione degli studenti in classe nonché le relazioni interpersonali con i compagni. I difensori, invece, vedono nell’utilizzo degli smartphone un’opportunità per introdurre le nuove tecnologie nel processo di apprendimento.
Ma al di là delle opinioni personali, cosa prevede la normativa italiana in merito all’uso del cellulare a scuola? Proviamo a fare chiarezza.
Cellulari in classe: esiste una legge?
La normativa principale che ruota attorno all’uso dei cellulari in classe è la direttiva 104 dell’allora Ministro Fioroni (D.M. 15 marzo 2007), nel cui oggetto si legge: "Linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari, dovere di vigilanza e di corresponsabilità dei genitori e dei docenti".
Così come avviene spesso in ambito legislativo, le normative intervengono per disciplinare un cambiamento già in atto. Stessa cosa è avvenuta per l’uso del cellulare in classe: fatti di cronaca collegati all’impiego improprio del telefono cellulare in aula hanno condotto il Ministero della Pubblica Istruzione a prendere provvedimenti per promuovere un dibattito interno agli Istituti scolastici e una revisione del regolamento di disciplina degli alunni.
Nello specifico al paragrafo "Utilizzo di cellulari e altri dispositivi elettronici durante le attività didattiche" si legge:
«In via preliminare, è del tutto evidente che il divieto di utilizzo del cellulare durante le ore di lezione risponda ad una generale norma di correttezza [...] L'uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell'istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi».
La normativa, quindi, nel rispetto dell’autonomia scolastica, altro non fa che fornire linee guida e chiarimenti interpretativi affinché ciascuna scuola primaria, secondaria o universitaria adatti il proprio regolamento interno in base alle singole esigenze didattiche. La direttiva del 2007 non esclude però l’utilizzo dei dispositivi mobile per eventuali comunicazioni tra studenti e le loro famiglie, dettate da ragioni di particolare esigenza o gravità, previa autorizzazione del docente.
Possono essere applicate sanzioni agli studenti?
La risposta è sì! L’utilizzo non autorizzato del telefono cellulare in classe comporta l’imposizione di sanzioni disciplinari individuate in autonomia da ciascuna istituzione scolastica in sede di regolamento di istituto.
Lungi dall’essere incentrato su un’impostazione esclusivamente repressiva, il modello sanzionatorio deve perseguire una finalità educativa e riparatoria. Ciò significa che la scuola è chiamata a prevedere l’attivazione di percorsi educativi di recupero e di rilevanza sociale o comunque orientati allo svolgimento di attività di interesse generale della comunità scolastica (quali la pulizia delle aule, piccole manutenzioni, svolgimento di attività di assistenza o di volontariato nell’ambito della comunità scolastica, ecc.).
Il decalogo del Ministro Fedeli
Anni più tardi e precisamente nel 2018, il Ministro dell’istruzione Fedeli ha varato un Decalogo per l’uso dei dispositivi mobili a scuola, che contiene dieci punti per un corretto uso del cellulare tra le mura scolastiche. Tale decalogo capovolge la linea percorsa dal 2007 dall’allora Ministro Fioroni, sostenendo un utilizzo competente e consapevole dei dispositivi mobile in classe. A tal proposito nei punti due, tre e quattro si legge:
- I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi. Bisogna insegnare a usare bene e integrare nella didattica quotidiana i dispositivi, anche attraverso una loro regolamentazione. Proibire l’uso dei dispositivi a scuola non è la soluzione. A questo proposito ogni scuola adotta una Politica di Uso Accettabile (PUA) delle tecnologie digitali.
- La scuola promuove le condizioni strutturali per l’uso delle tecnologie digitali. Fornisce, per quanto possibile, i necessari servizi e l’indispensabile connettività, favorendo un uso responsabile dei dispositivi personali (BYOD). Le tecnologie digitali sono uno dei modi per sostenere il rinnovamento della scuola.
- La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica. La presenza delle tecnologie digitali costituisce una sfida e un’opportunità per la didattica e per la cultura scolastica. Dirigenti e insegnanti attivi in questi campi sono il motore dell’innovazione. Occorre coinvolgere l’intera comunità scolastica anche attraverso la formazione e lo sviluppo professionale.
Cellulare in classe e privacy
La questione relativa all’uso dei telefoni cellulari a scuola coinvolge anche il diritto alla privacy. Non è un caso, infatti, che all’interno del Vademecum "La scuola a prova di privacy", datato anno 2016, venga dedicata un’intera sezione all’utilizzo delle nuove tecnologie tra i banchi di scuola. In particolare nel capitolo dal titolo "Mondo Connesso e Nuove Tecnologie" si toccano temi come il Cyberbullismo e altri fenomeni di rischio che possono derivare dall’uso improprio di telefoni cellulari o di apparecchi per la registrazione di suoni e immagini.
Il Vademecum consente di fatto l’utilizzo di tali dispositivi, ma esclusivamente per fini personali e sempre nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone coinvolte (siano essi studenti o professori) in particolare della loro immagine e dignità.
Utilizzo del cellulare in classe: pro e contro
Utilizzare gli smartphone in classe non è solo un argomento di interesse legislativo, ma anche pedagogico. È giusto consentire a uno studente di connettersi a internet o controllare i social durante la lezione? Secondo alcuni sarebbe bene promuovere iniziative per limitare l’uso dei telefoni cellulari a scuola onde evitare che un alunno si distragga dal seguire la spiegazione del docente e perda la concentrazione o ancora incontri difficoltà relazionali con gli altri compagni di classe. Per non parlare del cyberbulling, un problema in più da menzionare quando si discute di telefoni cellulari e scuola.
Ma siamo sicuri che la soluzione sia quella di lasciare i telefoni fuori dalla scuola? L’uso del cellulare tra gli studenti è ormai una realtà consolidata e bisogna imparare a sfruttare tale elemento di innovazione a favore del sistema educativo. Insegnare il buon utilizzo di tali dispositivi, informarsi sulla normativa telecomunicazioni, saper interpretare le informazioni che circolano in rete, le truffe più diffuse e i siti da evitare è di gran lunga una soluzione più open-minded rispetto al proibizionismo.
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