NAT: significato
Con l'acronimo NAT si identifica il meccanismo di modifica degli indirizzi IP che caratterizzano una determinata rete. Continua a leggere per scoprire tutti i passaggi e i dettagli di questo importante processo.

Con il termine NAT, acronimo di Network Address Translation, si intende classificare il procedimento di modifica dei singoli indirizzi IP che caratterizzano una rete specifica collegata a internet.
La “traduzione degli indirizzi di rete”, concetto utilizzato per italianizzare l’acronimo NAT, si è resa necessaria per risolvere il problema della scarsità di indirizzi IP pubblici disponibili, nel momento in cui sono aumentati esponenzialmente i dispositivi connessi alla rete internet.
Quando un computer si connette a internet gli viene infatti assegnato un indirizzo IP. Il numero degli indirizzi IP è definito e raggiunge circa i 4 miliardi, ragion per cui non è possibile affidare un singolo IP a ogni computer o periferica connessa a internet.
Per questo motivo, a ogni internet service provider è affidato un certo numero di IP pubblici da assegnare dinamicamente ai propri clienti, in modo da farli tornare a disposizione nel momento della disconnessione di un computer.
È proprio in questa fase che si inserisce il NAT, chiamato a “tradurre” gli IP per consentire l’utilizzo di più indirizzi privati (corrispondenti a più terminali) da collegare a un singolo IP pubblico connesso a sua volta alla rete.
Il procedimento del NAT, oltre a consentire una migliore gestione degli indirizzi pubblici, comporta anche una maggior sicurezza, impedendo a fonti esterne di conoscere indirizzi privati e relative informazioni sulla rete interna di provenienza. Per consentire che ciò accada è però indispensabile la presenza di un gateway, un dispositivo di rete che serve a veicolare pacchetti di dati all’esterno di una LAN e che in questo caso serve proprio a tradurre gli indirizzi di provenienza o di destinazione all’interno della rete.
Il NAT è quindi solitamente svolto all’interno di un router in cui il gateway traduce gli IP dei pacchetti in transito e li rende “univoci” sia in una direzione che in un’altra, impegnandosi a instradare il traffico da o in direzione dell’indirizzo privato coinvolto.
Ultimo aggiornamento luglio 2022