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Smart working: fenomeno in crescita

Pubblicato il 21/02/2017
Smart working: fenomeno in crescita

Lo smart working è una tendenza che si sta consolidando. Si tratta di una tipologia di lavoro flessibile, volta a incrementare la produttività, conciliando al meglio lavoro e vita privata.

Gli smart workers godono di uguale trattamento economico rispetto agli “insiders” e beneficiano della copertura Inail.

Il principale vantaggio consiste nel non doversi legare a un luogo fisico fisso per lavorare: l’importante è che sia presente una connessione Wi-Fi. Anche l’orario di lavoro viene gestito autonomamente, purchè si raggiungano gli obiettivi prefissati.

Secondo il disegno di legge approvato il 28 gennaio 2016, lo smart working rappresenta una prestazione decisa in accordo con il datore di lavoro, secondo quanto stabilito da un contratto scritto, con diritto di recessione dietro preavviso di 30 giorni.

Negli ultimi anni, stando all’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, la metà delle grandi aziende italiane ha adottato questo tipo di prestazione che prevede lo svolgimento delle attività parte in azienda e parte all’esterno, da casa ad esempio.

Sempre stando alle analisi dell’Osservatorio i lavoratori smart in Italia hanno raggiunto quota 250.000, in pratica il 7% degli impiegati nel Paese. Tendenzialmente, sono uomini di 40 anni, residenti nelle Regioni del Nord Italia.

Sembra che questa soluzione permetta di ottenere una maggiore produttività dei dipendenti, facendo leva sul grado di soddisfazione e l’ottimizzazione della gestione del rapporto lavoro/famiglia.
Recentemente anche la legislazione si è mossa per disciplinare la materia: il Governo ha presentato lo scorso anno il disegno di legge sullo Smart Working, andando a disciplinare la materia. I temi toccati riguardano luogo e orario lavorativo, autonomia e flessibilità del dipendente, responsabilità personale dei risultati ottenuti.

In passato, i primi tentativi erano stati fatti attraverso il telelavoro, che però, rispetto allo smartworking, presenta differenze sostanziali: in particolare il telelavoro prevede postazioni remote fisse dalle quali il lavoratore deve svolgere in determinati orari le proprie mansioni.
Questa tipologia di prestazione professionale era stata regolamentata nel 2004 nel settore privato, mentre nel pubblico la disciplina risale al DPR 70/99.

E’ stata Vodafone, tra i principali sostenitori del lavoro agile, ad effettuare lo scorso anno una ricerca su un campione di ottomila tra lavoratori, datori di lavoro, manager e dirigenti di piccole e medie imprese provenienti da dieci paesi. 

Stando alle analisi, nel 50% dei casi le pratiche di smart working hanno portato a una crescita dei profitti e della reputazione aziendale.
Non solo: grazie al lavoro flessibile si sono ridotti drasticamente assenteismo, turn over e costi fissi.

Da questo punto di vista, giocano un ruolo cruciale gli strumenti a disposizione del lavoratore, quali le reti mobili di ultima generazione (3G e 4G) che vengono utilizzate rispettivamente dal 24% e dal 18% degli intervistati.
In parallelo, un requisito imprescindibile è la connessione casalinga, che serve ad accedere alle applicazioni di lavoro su smartphone, tablet e portatile e deve essere assolutamente performante.

Per scegliere l’offerta ADSL migliore è fondamentale conoscere la reale velocità di connessione e di trasmissione dei dati, ovvero la velocità di download e la velocità di upload massime raggiungibili sulla tua linea.

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A cura di: Alessia De Falco

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