Banda ultralarga: come, dove e quando

L'Italia sta facendo giganteschi passi in avanti nella banda ultralarga, focalizzando molto la sua attenzione su questo tema, anche se la sua posizione rispetto all'UE resta assai distante. Il presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, in una relazione al Parlamento ha parlato di una "posizione di arretratezza" nell'indicatore di realizzazione della banda larga fissa sul territorio.

Ma "se per la banda larga il divario è accettabile, gli indicatori sulla banda ultralarga presentano un grado di arretratezza preoccupante rispetto all'Europa". Riferendosi alle connessioni superiori ai 30 Megabit, Cardani ha spiegato che "l'Italia registra un livello di copertura del 36% contro il 68% dell'UE a 28", un "digital divide doppio rispetto a quello europeo e con situazioni regionali che arrivano al 100% (ovvero totale assenza di reti a banda ultralarga)". Per comprendere meglio fenomeno basti sapere che solo il 26,4% delle famiglie utilizza connessioni superiori a 30 Mbps e solo il 10,1% quelle superiori a 100 Mbps.

Non ci resta che rimboccarci le maniche, approfittando del Piano banda ultralarga da 12 miliardi di euro, annunciato dal governo a marzo del 2015. "Ingraniamo la sesta verso questo progetto", aveva dichiarato il Premier Matteo Renzi, spiegando che l'obiettivo degli investimenti programmati è quello di raggiungere 10 milioni di italiani, 800 comuni, oltre 400 ospedali, 2000 scuole e 5000 sedi della Pubblica amministrazione". L'obiettivo ultimo è quello di portare la fibra a 30 Mega in tutto il Paese entro il 2020 ed a 100 Mega per il 50% della popolazione, pari a una copertura dell'80% del territorio nazionale. Vale la pena ricordare che tali obiettivi sono calcolati al netto delle così dette “case sparse”, circa 2 milioni di UI che saranno raggiunte, entro i tempi previsti, da tecnologia alternativa in grado di garantire gli obiettivi comunitari.

La strategia per la banda ultralarga è solo il primo tassello di un progetto più ampio che ingloba gli obiettivi dell’Agenda digitale europea. È il punto di appoggio di una nuova visione dell’Italia che investe in infrastrutture a prova di futuro e grazie allo sviluppo dei servizi si trasforma in una società digitalizzata pienamente inclusiva.

Per monitorare da vicino i passi in avanti che l'Italia sta compiendo nella fibra è stato creato dal Ministero dello Sviluppo Economico un sito che consentirà ai cittadini di sapere il livello di copertura a 30 e a 100 mbps di ogni regione, comune, strada e quartiere, sia delle aree bianche, quelle a fallimento di mercato, sia delle aree nere, dove intervengono i privati. Grazie ad una mappa, che si sovrappone a quella di Google, si può vedere lo stato dei fatti in una determinata regione, comune e persino strada. Inoltre c'è la possibilità di vedere quali sono le previsioni di copertura al 2018 e al 2020, quando tutti i comuni italiani dovrebbero essere raggiunti dalla fibra ottica per le connessioni ultraveloci.

Intanto il 13 giugno scorso è stato dato il via libera al primo bando per la realizzazione della rete nelle aree bianche, quelle cioè a fallimento di mercato: con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale sono partite le procedure per gli interventi nelle prime sei regioni (Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto) con le quali si sono chiusi specifici accordi di programma e relative convenzioni operative per l’utilizzo dei fondi FESR e FEASR. Entro la fine di quest'estate partiranno i bandi per tutte le altre regioni. 6,5 milioni i cittadini interessati dagli interventi previsti in questo primo bando, più di 3,5 milioni le unità immobiliari e 3mila i comuni.

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