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2016, la contabilizzazione dei consumi diventa obbligatoria

Pubblicato il 12/11/2015

Aggiornato il 19/09/2019

2016, la contabilizzazione dei consumi diventa obbligatoria

Novità in arrivo per la contabilizzazione dei consumi. Il D.Lgs 102/14, che ha recepito la Direttiva Europea 2012/27/UE, prescrive anche per il nostro Paese l’obbligo di installare impianti di contabilizzazione del calore, con il duplice obiettivo di ridurre i consumi e ottimizzare l’efficienza energetica. 

Anche in Italia, a partire dal 1° gennaio 2017, i condomini dovranno essere dotati di sistemi per la contabilizzazione dei consumi. I proprietari hanno dunque circa un anno per adeguarsi alle disposizioni di legge che prevedono la registrazione dei consumi delle singole unità immobiliari.

La novità coinvolge una fetta ingente del patrimonio edilizio, toccando in particolar modo i palazzi dotati di riscaldamento centralizzato. Con la contabilizzazione dei consumi le spese non saranno più ripartite secondo i millesimi, ma sulla base dei consumi individuali e dei costi di manutenzione degli impianti, come prescritto dalla norma tecnica UNI 10200.

La contabilizzazione potrà essere di tipo diretto o indiretto. Nel primo caso, utilizzando parametri tecnici in ingresso ed in uscita del circuito, viene quantificata l’energia utilizzata dal singolo appartamento. Questa soluzione è utilizzabile nei condomini con distribuzione orizzontale, dove ogni unità immobiliare dispone di un unico punto di consegna del fluido termovettore. In pratica il contatore di calore viene inserito sulla tubazione di adduzione consentendo di misurare direttamente i consumi dell’unità immobiliare.

Nel caso della contabilizzazione indiretta, si calcola l’energia consumata utilizzando dati raccolti da appositi strumenti definiti ripartitori di calore. Questa tipologia di contabilizzazione è utilizzabile nei condomini con distribuzione a colonne montanti, una tipologia di edifici piuttosto diffusa in Italia. 

Il Centro Ricerche Casaccia dell’Enea ha fornito in merito alcune stime sui costi da sostenere: la spesa per l’adeguamento di ciascun termosifone è compresa tra gli 80 e i 100 euro, cui vanno sommati da due a quattro euro l’anno per la lettura dei consumi reali di ogni ripartitore e il calcolo dei costi da addebitare ai vari appartamenti. 

Le successive spese di manutenzione, relative alla sostituzione dei dispositivi, prevista normalmente dopo dodici anni di vita, ammontano a circa 30 euro per unità immobiliare. 

Per quanto riguarda la lettura dei consumi, si potrà effettuare in remoto, senza verifiche in loco: sarà sufficiente raccogliere i dati trasmessi via radio dai ripartitori.

Piuttosto salate le sanzioni per chi non si adegua nei tempi previsti alla normativa: le multe variano da un minimo di 500 euro ad un massimo di 2.500 euro.

E’ facoltà delle singole Regioni recepire la normativa ed eventualmente anticiparne le scadenze, nel rispetto della deadline finale del 31 dicembre 2016. Solo per fare un esempio, in Lombardia l’obbligo è entrato in vigore in via anticipata ed il termine per la contabilizzazione è stato fissato al 1° agosto 2014.

A cura di: Alessia De Falco

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Parole chiave

termoregolazione valvole termostatiche

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