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Posso recedere da un contratto gas?

Se si recede da un contratto gas per cambiare fornitura, il nuovo fornitore deve trasmettere la comunicazione a quello precedente entro il 10 del mese precedente l’avvio della nuova fornitura. Se si vuole interrompere solo la fornitura, il termine di preavviso non deve superare invece un mese.

coppia davanti a un contratto gas
Come recedere da un contratto gas

È possibile recedere da un contratto gas. Il diritto di recesso può essere esercitato sia quando si cambia fornitore sia quando si disattiva il punto di prelievo. Hanno tale diritto coloro che hanno utenze attive nel mercato libero e anche nel mercato tutelato gas. 

La comunicazione di recesso va inviata mediante raccomandata, secondo quanto stabilito nel contratto di fornitura e in base alle modalità che consentono di accertare la reale ricezione della comunicazione di recesso. Nel caso di cambio di fornitore, il cliente non dovrà inviare però alcuna raccomandata. Sarà necessario in questo caso l’invio di una comunicazione scritta da parte del nuovo venditore al precedente venditore. In tale comunicazione verrà segnalata l’intenzione del consumatore di recedere dal contratto.

In tali casi, pertanto, il venditore uscente deve considerare nulla un'eventuale comunicazione di recesso per cambio venditore ricevuta direttamente dal cliente finale. Tocca solo all’utente della distribuzione entrante inviare la richiesta di switching al SII. In caso di esito positivo, il Sistema Informativo Integrato notificherà il recesso entro un giorno lavorativo dal ricevimento dell’istanza all’utente della distribuzione uscente per il settore del gas.

Quando si può recedere da un contratto gas?

L’utente deve rispettare i giorni di preavviso stabiliti contrattualmente. Fino a poco fa le tempistiche per la cessazione del contratto erano pari a 30 giorni. L’ARERA ha poi ridotto a tre settimane i tempi per il cambio di gestore mediante delibera 302/2016/R/COM di gennaio 2017.

Il nuovo fornitore deve trasmettere la comunicazione del recesso a quello precedente entro il 10 del mese precedente l’avvio della nuova fornitura. Se il cambio venditore è atteso per il primo febbraio, il recesso deve essere comunicato entro il 10 di gennaio.

Il discorso cambia quando si decide di recedere da un contratto per voler porre fine alla fornitura e non per voler cambiare fornitore. In questi casi il termine di preavviso per informare il gestore non deve superare un mese. La richiesta di recesso va fatta direttamente dal cliente finale.

La cessazione della fornitura del gas comporta anche la chiusura del contatore che verrà sigillato e non potrà essere usato fino alla sottoscrizione del nuovo contratto. Nel caso della luce, la chiusura del contatore può avvenire anche da remoto.

Come scrivere una richiesta di recesso?

Per procedere alla cessazione di un contratto, è bene accertarsi di essere in possesso di determinati dati e documenti.

  • Dati personali: codice fiscale, carta d’identità dell’intestatario del contratto
  • Il codice cliente presente sulla bolletta
  • Codice PDR
  • L’autolettura del contatore
  • L’indirizzo di recapito della fattura di conguaglio finale
  • Il giorno nel quale deve essere verosimilmente disattivata la fornitura

Nel caso in cui vengano registrati ritardi nella disattivazione della fornitura del gas per responsabilità attribuite al distributore e l’operazione si verifica oltre il tempo stabilito, il cliente - che possiede un contatore fino alla classe G6 - ha diritto a ricevere un indennizzo automatico di 35 euro.

Il fornitore ha diritto di recesso?

Anche il fornitore ha diritto di recesso. Ciò può avvenire nel caso si tratti di una società di vendita che opera nel mercato libero. Non vale la stessa regola nel servizio di tutela.

In questi casi il fornitore informa il cliente finale, mediante una comunicazione scritta e in base a quanto previsto dal contratto, del suo diritto di recesso. L’avviso va inviato con un preavviso di almeno sei mesi, mediante una modalità che consente al gestore di accertare la reale ricezione della comunicazione da parte del cliente finale. Il termine di preavviso ha validità a partire dalla data in cui il cliente finale ha ricevuto la comunicazione di recesso.

Diritto di recesso o diritto di ripensamento?

Il diritto di recesso non va confuso con il diritto di ripensamento, anche se molto spesso questi due termini vengono considerati sinonimi. Se si vuole essere più precisi, va detto che il diritto di ripensamento viene esercitato da un cliente che magari ha stipulato un contratto per il gas e si è poi reso conto che l’offerta non è più adatta alle proprie esigenze. Ha così 14 giorni per annullare il contratto, a partire dalla data di stipula. Il diritto di ripensamento consente, infatti, al cliente finale di annullare il contratto senza oneri, né motivazioni. Tale diritto è regolamentato dalla riforma dettata dal D.lgs.21/2014 che ha recepito la Direttiva 2011/83/UE.

I 14 giorni si calcolano dalla data in cui è stato emesso il contratto. L’istanza del cliente va effettuata direttamente al fornitore mediante fax, raccomandata o anche posta elettronica certificata; nella richiesta va espressa la volontà di voler annullare il contratto.

Il diritto di recesso della fornitura del gas appartiene, invece, a qualsiasi cliente al di là del luogo o del modo con cui è stato stipulato il contratto. Il termine di preavviso non può mai andare oltre un mese; la comunicazione va inoltrata al fornitore.

La disattivazione della fornitura del gas su richiesta del cliente viene calcolata in base ad un prezzario stabilito dalla concessione che disciplina il servizio di distribuzione. Il prezzo viene reso pubblico dal distributore.

Quando avviene la sospensione del gas?

Ci sono casi in cui la fornitura del gas può anche essere sospesa senza preavviso e senza morosità. Vi elenchiamo alcuni esempi:

  • Se viene accertata un’appropriazione fraudolenta di gas come nel caso di un furto
  • Se viene accertata una manomissione e una rottura dei sigilli del contatore
  • Se l'uso degli impianti non risulta conforme a quanto previsto dal contratto di vendita
  • Se non c'è garanzia per la pubblica incolumità nel caso di dispersioni di gas

Nel caso in cui la fornitura del gas venga sospesa per un potenziale pericolo, quale può essere una fuga di gas, bisogna presentare una richiesta al distributore per la riattivazione. In tale documento va attestata la messa a norma dell’impianto.

La fornitura deve essere riattivata in massimo due giorni feriali da quado il venditore ha ricevuto la conferma della messa in sicurezza dell’impianto. Quando la fornitura non viene riattivata nei tempi previsti, a causa del distributore, il cliente potrà ricevere un indennizzo di 30 euro se dotato di un contatore fino alla classe G6.

Un contratto può essere disdetto anche sul web mediante raccomandata online. Oggi ogni fornitore presenta sul proprio sito internet la documentazione per inoltrare la disdetta. I clienti possono dunque gestire anche queste situazioni da casa: basterà collegarsi alla pagina con un computer o con un altro dispositivo.

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Ultimo aggiornamento ottobre 2021

A cura di: Tiziana Casciaro

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