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Certificazione energetica: Italia ancora indietro

Pubblicato il 26/10/2015

Aggiornato il 09/11/2015

Certificazione energetica: Italia ancora indietro

I proprietari di immobili nel nostro Paese dimostrano di essere poco attenti al tema della certificazione energetica.

Secondo i dati diffusi dalla Green Building Council sono soltanto 297 le strutture certificate Leed, un sistema di attestazione degli edifici che nasce su base volontaria e che viene applicato in oltre 140 Paesi nel mondo. Gli standard Leed indicano i requisiti per costruire immobili sostenibili, sia dal punto di vista energetico che di consumo di tutte le risorse ambientali coinvolte nel processo per la loro realizzazione.

Le costruzioni interessate sono di alto pregio, nuove ma anche storiche. Un esempio sono la sede centrale del Ca’ Foscari che si affaccia sul Canal Grande a Venezia, l’area Porta Nuova di Milano e il Vodafone Village, il più grande edificio certificato Leed del mondo.

Queste attestazioni sono molto diffuse negli altri Paesi, ma troppo poco sul territorio italiano. Un limite importante alla certificazione Leed soprattutto per le abitazioni private è il costo, che la rende fattibile solo per i grandi investitori, oltre al fatto che il cliente deve mettere a disposizione la documentazione di tutti i materiali utilizzati.

Un altro ostacolo è proprio lo scarso interesse dei proprietari di immobili, per cui è sufficiente conoscere la classe di consumo energetico, spesso rilevata al di sotto della soglia minima professionale e risultato delle consulenze legali a poco prezzo.

“Dobbiamo capire”, spiega Sandro Ghirardini, presidente di E-Valuations istituto di estimo e valutazioni, “come sia possibile per un tecnico effettuare valutazioni di un immobile per poche decine di euro, che comprendono anche le spese di trasferta. Perché spesso sono queste le cifre pagate, anche dalle banche, per ottenere il documento sul quale si realizzano le compravendite. Ancora di più oggi che la certificazione energetica è obbligatoria”.

Dunque, le certificazioni sono spesso eseguite solo sulla carta senza nessun utilizzo di attrezzature specifiche o di verifica reale.

Proprio per questo motivo si cerca un’inversione di tendenza con il nuovo Attestato di Prestazione Energetica (APE), già in vigore dallo scorso primo ottobre 2015. La nuova formula prevede una maggiore responsabilità da parte del certificatore attraverso un aumento delle informazioni prodotte e nuove metodi per il calcolo delle prestazioni energetiche.

Per il rilascio del certificato servirà un sopralluogo nell’abitazione da parte di un tecnico autorizzato: l’obiettivo principale è proprio quello di risolvere il problema delle consulenze poco professionali o offerte via internet.

Il professionista che effettua la perizia consegnerà tutta la documentazione al proprietario entro quindici giorni dalla trasmissione della copia dell’APE alla Regione. Le classi energetiche passano da sette a dieci: dalla più efficiente, A4, alla più bassa, la G. L’attestato avrà un periodo di validità di 10 anni e nel caso in cui l’immobile sia interessato da una profonda ristrutturazione, sarà necessario un nuovo sopralluogo.

A cura di: Paola Campanelli

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Parole chiave

consumo energetico ape

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