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APE, nuove norme per classificare gli immobili

Pubblicato il 02/10/2015

Aggiornato il 02/12/2016

APE, nuove norme per classificare gli immobili

L’APE, Attestato di Prestazione Energetica, potrebbe essere nei prossimi mesi al centro di una polemica simile a quella che sta colpendo il settore auto.

In molti casi la prestazione energetica, che classifica le emissioni e i consumi degli immobili, è offerta al di sotto della soglia minima professionale, conseguenza delle consulenze legali a poco prezzo e ultimamente di certificazioni online low cost.

La correttezza dell’attestazione, infatti, non dipende dal software impiegato per le valutazioni ma soprattutto dai dati che il tecnico acquisisce e interpreta in base alla propria esperienza.

“Dobbiamo capire”, spiega Sandro Ghirardini, presidente di E-Valuations, “come sia possibile per un tecnico effettuare valutazioni di un immobile per poche decine di euro, che comprendono anche le spese di trasferta. Perché spesso sono queste le cifre pagate, anche dalle banche, per ottenere il documento sul quale si realizzano le compravendite. Ancora di più oggi in cui anche la certificazione energetica è obbligatoria”. 

In alcune regioni italiane, come ad esempio la Lombardia, esistono a tutela del committente e del certificatore degli elenchi di professionisti per la certificazione con esperienza comprovata, mentre in molte altre località questa tutela non esiste sia a causa del totale disinteresse a disciplinarli che delle competizioni fra i diversi ordini professionali del settore tecnico.

Il via libera al nuovo Attestato di Prestazione Energetica porta diverse novità. Per il rilascio del certificato servirà un sopralluogo nell’abitazione da parte del tecnico autorizzato ed eventualmente una verifica di progetto per determinare l’indice di prestazione: l’obiettivo principale è proprio quello di risolvere il problema delle consulenze poco professionali e delle offerte via internet.

Il tecnico che effettuerà le perizia consegnerà l’attestato al proprietario o costruttore entro quindici giorni dalla trasmissione alla Regione della copia del certificato, che avviene in forma di dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

Il documento avrà validità di 10 anni a meno che l’immobile non sia interessato da una profonda ristrutturazione che imponga un nuovo sopralluogo: l’APE sarà inoltre oggetto di controlli a campione da parte della stessa Regione.

È prevista l’istituzione di un catasto nazionale degli attestati: tuttavia quelli ottenuti prima del primo ottobre, data di entrata in vigore della nuova certificazione, resteranno validi. Le classi energetiche passano da sette a dieci: dalla più efficiente, A4, alla più bassa, la G. Il certificato contiene anche riferimenti riguardanti la zona climatica, l’esposizione, la tipologia costruttiva e l’utilizzo del fabbricato. Per gli immobili a uso abitativo di grandezza non superiore ai 200 metri quadri sarà possibile applicare il calcolo semplificato attraverso un software messo a disposizione dall’Enea.

Previste sanzioni di diverso ammontare a seconda dell'infrazione commessa: da 700 a 4200 euro a carico del certificatore per l’attestazione non corretta, da 1 a 6 mila euro a carico del direttore dei lavori per l’omessa presentazione, da 3 a 18 mila euro per il costruttore o proprietario in caso di omessa redazione per edifici nuovi, ristrutturati, messi in vendita o concessi in affitto.

A cura di: Paola Campanelli

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