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Bollette, sul costo finale pesano le tasse

Pubblicato il 30/06/2015
Bollette, sul costo finale pesano le tasse

Le bollette italiane per il consumo di luce e gas sono tra le più care d’Europa. A confermarlo è la stessa Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico nella sua relazione annuale: a pesare sull’importo medio, però, è il Fisco che grava per il 50% del prezzo netto nella classe di consumo intermedia e oltre il 60% nella classe più elevata, contro una media dell’Eurozona del 38%.

Secondo l’Eurostat, in Italia il prezzo dell’energia e del gas durante il secondo semestre del 2014 è aumentato molto meno rispetto agli altri Stati membri. Confrontandolo con lo stesso periodo del 2013, l’incremento medio europeo per le famiglie è stato del 2,9% sull’elettricità e del 2% per il gas, mentre i rialzi italiani si sono limitati rispettivamente allo 0,6% e allo 0,5%.

La stessa indagine evidenzia costi dell'elettricità più alti in Francia, con un +10,2%, seguita dal Lussemburgo (5,6%), dall'Irlanda (5,4%) e dalla Grecia (5,2%). Dunque, l’Italia è uno dei paesi con gli incrementi minori ma che a causa della tassazione si conferma nella parte alta della classifica dei costi finali. Tuttavia, ci sono nazioni in cui il peso delle imposte è ancora più alto: la Danimarca registra ben il 57% di imposte a carico dei consumatori e anche la Germania supera il 50%.

Per il gas gli aumenti più consistenti nel periodo si sono avuti in Portogallo con l'11,4%, in Spagna con il 7,5% e in Francia con il 4,5%. Diminuzioni consistenti si sono avute in Lituania (-18,6%), Ungheria (-13%) e Danimarca (-10,3%): quest’ultima sopporta, però, un livello di tassazione molto alto, circa il 61%.

Nel corso del 2015, il calo dei prezzi energetici ha diminuito leggermente i costi finali. Già lo scorso anno si sono ridotti nelle bollette italiane i costi relativi ai servizi di vendita, che comprendono il prezzo dell’energia vero e proprio, ma in compenso sono aumentati gli oneri generali di sistema.

Un esempio concreto di tale incremento arriva dalla stessa Relazione 2014 dell’AEEGSI: il calcolo viene fatto su una spesa annua dell’energia elettrica di 512 euro utilizzando il mercato a maggior tutela, con 2.700 kWh di consumi annui. L’importo comprende una ripartizione di 252 euro per coprire i servizi di vendita e 111 euro per gli oneri di sistema: nel 2012 le cifre erano rispettivamente di 297 e 88 euro.

La parte più consistente degli oneri, circa 95 euro, è stanziata per gli incentivi alle fonti rinnovabili: cinque euro si pagano per smantellare le centrali nucleari dismesse e 7,5 euro vanno a finanziare le agevolazioni concesse alle imprese a forte consumo di energia elettrica.

La parte restante è usata per coprire le tariffe ridotte per la Rete Ferroviaria Italiana, le compensazioni per le imprese elettriche minori, il sostegno alla ricerca e il bonus elettrico per le famiglie disagiate. Su questi contributi si applica anche il calcolo dell’Iva: da qui la battaglia di Federconsumatori, che chiede l’eliminazione di questa doppia tassazione.

Per quanto riguarda le imprese, la situazione dell'Italia è in parte peggiore. Per i consumatori industriali il prezzo pagato per l’energia elettrica è seconda solo agli stati di Malta e Cipro: il costo supera i 17 euro per 100 kWh, contro i 12 della media dell'Unione Europea.

Diverso il discorso per il settore del gas: le imprese pagano circa 3,5 euro per 100 kWh, un prezzo che porta l’Italia al sesto posto nella classifica dei costi e sotto la media dell’Unione Europea (3,7 euro).

A cura di: Paola Campanelli

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Parole chiave

bolletta energia elettrica bolletta gas tariffe fonti rinnovabili

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