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Mercato tutelato. Eliminarlo conviene?

Pubblicato il 22/06/2015

Aggiornato il 25/03/2019

Mercato tutelato. Eliminarlo conviene?

Il Ddl Concorrenza, approvato qualche mese fa, ha stabilito che dal 2018 verranno progressivamente eliminati i contratti a “tutela” nell’ambito del gas naturale e dell’energia elettrica.

Si tratta di uno slittamento della data iniziale, che prevedeva la cancellazione del mercato tutelato del gas a partire dal 30 giugno 2015 e della luce a partire dal 30 giugno 2016. 

Il settore è stato liberalizzato nel 2003 per quanto concerne la componente gas e nel 2007 per la componente luce, con la possibilità di passare volontariamente al mercato libero o, in alternativa, di optare per il “servizio a maggior tutela”. In questo secondo caso i prezzi di riferimento per la luce ed il gas vengono fissati dall’Autorità per l’Energia elettrica, il Gas ed il Sistema Idrico (Aeegsi), con aggiornamenti trimestrali.

In molti si chiedono ora se l’eliminazione del mercato tutelato rappresenti un vantaggio. Gli analisti sono concordi nel ritenere che l’abolizione dell’attuale struttura potrebbe rendere più dinamico il mercato. A supportare questa tesi un recente studio dell’Istituto Bruno Leoni in collaborazione con Assogas, che ha analizzato le possibili conseguenze della liberalizzazione globale del mercato, arrivando alla conclusione che, negli Stati in cui la regolamentazione è meno rigida, si hanno positivi effetti sul calo dei prezzi.  

Secondo l’indagine, i risparmi maggiori si hanno laddove il mercato è completamente liberalizzato o, in alternativa, dove il sistema regolamentare incentiva la concorrenza dei prezzi ed eventualmente lo switching. Lo studio IBL ha comparato i mercati di 15 Paesi UE, basandosi su dati Acer e della Commissione Europea relativi al 2012.

I risultati evidenziano come in Gran Bretagna ed Estonia, dove il mercato è completamente liberalizzato, l’energia si paga meno: 5,62 centesimi di euro/metro cubo (tasse incluse) per i britannici, 5,76 cent/kWh per gli estoni. In Irlanda il costo dell’energia è di 6,56 cent/kWh, ma chi cambia fornitore è fortemente incentivato. Tant’è che in questo Paese si registra uno dei tassi di passaggio al mercato libero più elevati d’Europa, oltre il 10%.

Di diverso parere le associazioni dei consumatori, in particolare Federconsumatori e Adusbef, che sostengono la libera concorrenza, ma chiedono di strutturare in maniera più efficace il mercato, in modo tale che oneri e spese non vadano ad incidere sulle famiglie.

Una preoccupazione giustificata dalle già care bollette italiane, tra le più salate in Europa: negli ultimi dieci anni sono aumentate del +42,7% in ambito elettricità, del +54,5% in ambito gas, il doppio rispetto al tasso di inflazione. In questo contesto, gli oneri di sistema giocano un ruolo fondamentale, pesando sulla bolletta per oltre il 20,5%.

Secondo le associazioni, cadendo il ruolo di Acquirente Unico, diminuiranno le tutele di prezzo per i piccoli clienti elettrici. Poiché con l’eliminazione del mercato libero sono le società a stabilire i prezzi, il rischio potrebbe essere un aumento in bolletta per i piccoli clienti.

Le analisi di Federconsumatori evidenziano peraltro una scarsa conoscenza del mercato libero da parte degli utenti finali; ad oggi solo il 15% dei 20 milioni di utenti del gas e il 25% dei 29 milioni di utenti energia dichiarano di affidarsi agli operatori del settore.

E' invece utile, al fine di risparmiare e ridurre i costi in bolletta, comparare le tariffe disponibili, utilizzando ad esempio il servizio offerto da Segugio.it.

A cura di: Alessia De Falco

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Parole chiave

mercato libero energia aeegsi

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