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Smart city, la città che verrà

Pubblicato il 25/06/2015
Smart city, la città che verrà

Le città italiane continuano a innovarsi e a essere sempre più indirizzate verso un modello ideale di smart city. L’espressione ha assunto nell’ultimo decennio diversi significati: primo fra tutti, quello di città digitale, poi città socialmente inclusiva, fino al senso di una città che assicura una migliore qualità della vita. Alle molteplici definizioni può essere accomunato un unico fattore: la sostenibilità.

Il concetto è stato ripreso nel Rapporto annuale 2015 dell’Istat, secondo cui il modello di smart city è più aderente ai grandi comuni del Nord: tuttavia, alcuni capoluoghi del Centro-Sud come Roma, Napoli e Bari conseguono performance superiori alla media delle grandi città.

Per rendere più smart le città e le comunità territoriali, le amministrazioni utilizzano strumenti di pianificazione e forme di gestione integrate. Si tratta di un tipo di approccio che comprende sia l’obiettivo della qualità ambientale (inquinamento acustico e dell’aria o dotazione di aree verdi), che quello relativo all’erogazione di servizi riconducibili ai settori energetici, idrici, rifiuti e mobilità urbana. Attraverso la suddivisione in 6 aree di intervento, è possibile effettuare un’analisi dei risultati delle principali realtà urbane nazionali.

Nell’area pianificazione e programmazione ambientale si riscontrano carenze nell’applicazione delle normative: il risultato deriva ad esempio dal mancato aggiornamento dello Strumento urbanistico generale (Sug), datato di oltre dieci anni in circa un terzo delle città o del Piano d’azione per l’energia sostenibile (Paes), finalizzato a conseguire l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 e approvato da meno della metà delle città. Nel complesso, i grandi comuni del Nord mostrano un maggior utilizzo degli strumenti di pianificazione, mentre tra i capoluoghi del Sud il comportamento virtuoso è limitato alle città di Napoli e Bari.

Nell’ambito della trasparenza dei processi amministrativi e della partecipazione attiva dei cittadini, si sta diffondendo l’utilizzo di strumenti quali il Bilancio sociale (redatto da 23 città nel 2013) e il Bilancio ambientale (tenuto in 15 città). L’incremento della trasparenza amministrativa si deduce anche dalla crescente diffusione di servizi online, una prassi che porta benefici ambientali quali la riduzione degli ingorghi urbani.

La gestione ed erogazione dei servizi all’utenza e la gestione dei processi amministrativi e delle strutture organizzative dei comuni, rispettivamente terza e quarta area, prevedono alcune misure in tema di eco-sostenibilità. Nel settore della gestione dei rifiuti urbani si registra ancora la limitata diffusione della raccolta differenziata: per questo, alcune azioni mirano ad agevolarla, come la raccolta porta a porta, praticata in 101 comuni e la disponibilità delle isole ecologiche, attiva in 105 comuni.

Il settore dove si riscontrano maggiori carenze è quello dei servizi idrici. Le inefficienze derivano dalla dispersione delle reti superiore al 20% in quattro comuni su cinque, mentre 14 comuni nel 2012 hanno fatto ricorso al razionamento nella fornitura dell’acqua potabile: tra questi, Reggio di Calabria e Messina.

Gli ultimi due parametri sono riferiti all’impiego di applicazioni tecnologiche innovative e alla proposizione di progetti di innovazione eco-sociale. La mobilità urbana e il settore energetico sono le aree in cui l’innovazione tecnologica produce i maggiori benefici per migliorare l’efficienza dei servizi. Nel dettaglio, il settore della smart mobility ha visto crescere la disponibilità di sistemi di infomobilità, quali i pannelli stradali a messaggio variabile (presenti in 56 capoluoghi), i sistemi di pagamento elettronico della sosta (disponibili in 41 città) e gli avvisi sul traffico via SMS.

A supporto del trasporto pubblico, le amministrazioni hanno previsto nuovi servizi web interattivi: tra questi, il Travel Planner per il calcolo degli itinerari o la possibilità di acquisto di titoli di viaggio online. Nell’ambito della smart energy, quasi un terzo dei capoluoghi soprattutto del Nord hanno installato punti di ricarica per i veicoli elettrici.

Tra i progetti eco-sociali rientrano le scelte di acquisto di alimenti biologici certificati per le mense delle scuole comunali: li effettuano 76 comuni. Inoltre, la diffusione degli orti urbani che con il loro valore ambientale e sociale contribuiscono a preservare dall’abbandono e dal degrado le aree verdi situate tra le superfici edificate.

Anche nell’area dell’eco-sociale sono numerose le iniziative della mobilità sostenibile: 105 capoluoghi dispongono di una buona dotazione di piste ciclabili e 58 città, soprattutto al Centro-nord, hanno sviluppato il servizio di bike sharing.

A cura di: Paola Campanelli

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Parole chiave

smart city sostenibilità energia sostenibile

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