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Acqua, paghiamo di più e consumiamo meno

Pubblicato il 27/03/2015
Acqua, paghiamo di più e consumiamo meno

Una delle utenze che incide sui bilanci delle famiglie italiane è il consumo di acqua potabile: quest’ultima è la voce di spesa rincarata maggiormente negli ultimi anni.

L'Istat ha diffuso nei giorni scorsi una statistica sulle risorse idriche, mettendo in evidenza un dato inquietante: l’importo mensile di "acqua per l'abitazione principale" è cresciuto in media del 74% dal 2008 al 2013, passando rispettivamente da 12,16 a 21,18 euro.

Nei vari gruppi di spesa che riguardano il consumo di acqua, quella che interessa i servizi di “acqua e condominio” nelle abitazioni ha registrato nel 2013 una media mensile di 53,44 euro: l’incremento dal 2001 è stato pari al 96%, con una crescita record del 59% nel quinquennio che parte dal 2008.

A livello nazionale, nel periodo 2008-2012, si è riscontrata una diminuzione dei volumi di acqua fatturata del 6,6%: in particolare, si passa da un consumo di 243 litri al giorno per abitante del 2008 ai 228 del 2012. Il ribasso si può attribuire sia alla variazione del sistema di contabilizzazione dei volumi, sia a una diminuzione dei consumi stessi.

Tutte le regioni presentano una riduzione dell’acqua fatturata, con il Lazio che fa segnare il calo  maggiore, meno 16,5%: uniche eccezioni sono la Calabria (+3,3%), la Basilicata (+0,7%) e la Puglia (+0,3%).

La ricerca ha analizzato la distribuzione di acqua nei 21 capoluoghi di regione: sono stati immessi in rete circa 1,55 miliardi di metri cubi per uso potabile. Il 33,2% di questi è andato disperso, per cui i volumi realmente erogati alla popolazione sono scesi a 1,04 miliardi di metri cubi, pari a 303 litri pro capite al giorno: il valore è in peggioramento rispetto a quanto registrato nel 2008, quando le dispersioni di rete erano del 32,1%. Il livello dissipato aumenta passando dai comuni del Nord a quelli del Sud: a Milano è pari al 10,2%, mentre a Campobasso raggiunge il 69,0%.

I consumi nelle 21 città sono diminuiti del 12,2% rispetto al 2008: la ragione è dovuta principalmente a una maggior attenzione da parte delle famiglie, alla riduzione della popolazione residente e ad un più preciso controllo nella contabilizzazione dei volumi.

Nel 2012 Potenza e Campobasso sono i capoluoghi di regione con il consumo domestico giornaliero pro capite più basso, con 139 litri: quello medio del Paese è di 192 litri. A livelli maggiori della media troviamo Milano (240), Catanzaro (236), Torino (219) e Roma (212).

L’indagine fa anche una panoramica sull’utilizzo da parte delle famiglie di acque minerali. La spesa destinata ad “alimentari e bevande” è stata pari a 461 euro, quasi sugli stessi valori dell’anno precedente, quando si era attestata sui 468 euro. In questa categoria è presente il costo medio per l’acqua minerale che ogni nucleo familiare ha sostenuto, pari a circa 11,42 euro mensili: rispetto al 2008 la contrazione complessiva è stata pari al 16%.

A cura di: Paola Campanelli

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Parole chiave

bolletta acqua

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