Banda larga e fondi europei: Italia bocciata
Aggiornato il 07/07/2015
Agenda digitale bocciata. Questo il verdetto della Commissione UE che ha preso in esame il programma italiano di allocazione dei fondi europei 2014-2020 destinati a banda larga e digitalizzazione della PA, segnalando lacune e incongruenze rispetto ai canoni comunitari.
La principali criticità rilevata riguarda la strategia generale che si vorrebbe adottare: per la Commissione Europea manca una regia nazionale e ciò comporta scarsa chiarezza a livello di motivazioni, obiettivi e tempistiche di azione. Occorre più concretezza: questa la sintesi di quanto scrive Bruxelles a Roma.
Un vero e proprio cahier de doléances: 351 rilievi al testo italiano che mettono in discussione le norme di Government e Procurement, oltre al piano strategico sulla banda ultralarga.
Più attenzione va inoltre dedicata alle competenze informatiche, trascurate nel documento italiano, ma cruciali secondo la Commissione UE nelle politiche di miglioramento dell’occupazione e dell’attuale contesto economico.
Il nuovo Governo deve dunque rimettersi a “fare i compiti”: per l’Europa occorre rivedere pesantemente gli investimenti italiani e le modalità di gestione dei fondi europei. Senza perdere tempo, perché i dati parlano chiaro: secondo i dati della Commissione Europea, ribaditi dal recente rapporto Caio, l’Italia si posiziona agli ultimi posti in Europa per utilizzo di Internet e per copertura della banda ultra larga.
E’ un segnale allarmante, considerando che siamo sotto la media per quasi tutte le voci che l'Europa assegna nella pagella digitale di ogni Paese. Al vaglio circa 30 decreti attuativi che ancora mancano all'appello, in preoccupante ritardo, per sviluppare la pubblica amministrazione digitale.
La sfida per il nuovo Governo su questi temi è di saper sviluppare una governance forte e di riuscire a coordinare al meglio l'utilizzo dei miliardi di euro previsti dai nuovi fondi europei 2014-2020.
Nel frattempo, i feedback dopo la “bocciatura” non sono tardati: da un lato il ministro Guidi ha ribadito la determinazione nel perseguire le politiche di digitalizzazione, dall’altro il PD ipotizza una legge ad hoc contro l'hate speech online.
Sembra dunque che una delle leve principali per dimostrare la politica innovatrice del nuovo governo sarà proprio il digitale e la banda larga.